Cosa hanno in comune i social network e i blog?
Da qualche anno a questa parte davvero molto, tanto che si può dire che quasi si fondono l’uno nell’altro e i confini diventano sempre più sfumati. E come vedremo, questo ha i suoi pro e (forse) i suoi contro.
Ovviamente mi riferisco ai blog di “nuova” generazione (anche se è un po’ una forzatura definirli così, diciamo che sono di semi-nuova generazione). Personalmente amo la definizione che ne ha dato Futura Pagano due anni fa: social blog 2.0.
A differenza del blog tradizionale, dove le informazioni che si pubblicavano seguivano una struttura verticale, la comunicazione si attuava in un unico ambiente e l’interazione era limitata ai soli commenti, il social blog 2.0 è invece è condivisione e co-creazione e circolarità allo stato puro.
Ma te lo dico senza mezzi termini: se pensi aprire un blog vecchia maniera stai scegliendo una soluzione completamente anacronistica. E fai un lavoro inutile.
I contenuti si creano, anzi nascono, e si arricchiscono su più piattaforme integrate tra loro, il blog e i canali social, all’interno dei quali vengono commentati e discussi.
O almeno era così fino a qualche tempo fa…
Infatti pare che le cose siano cambiate nell’ultimo anno.
Qualche giorno fa ho letto un post su Wired di Nicola Carmignani, a cui ha fatto subito eco quello di Riccardo Esposito.
Entrambi commentavano un fatto che va avanti da un po’ di tempo a questa parte e che sinceramente fa un po’ paura: i commenti dei blog sono diminuiti drasticamente.
Pare proprio che la circolarità multipiano del social blog 2.0 abbia quasi cannibalizzato la voglia di lasciare commenti nei blog.
La notizia (abbastanza allarmante) secondo cui i commenti dei blog sono belli che morti arriva da Nichole Kelly, CEO di “Social Media Explorer” e autrice di “How to Measure Social Media”.
Ma la colpa sembra non essere soltanto dei social network. Infatti sarebbe facile pensare che la gente preferisca lasciare le proprie osservazioni su Facebook, Google Plus o Twitter.
Quindi è colpa dei social?
In realtà, pare che sia piuttosto un effetto di quel tanto osannato potere editoriale diffuso che ha fatto sì che chiunque avesse la possibilità di aprire un blog.
Secondo la Kelly, infatti, oggi ci sono così tanti contenuti da seguire, tra blog e social, che diventa veramente difficile star dietro a tutto e avere il tempo per poter lasciare le proprie osservazioni su tutto.
Per la blogger Janine Popick di Inc.com le ragioni che spiegano questa moria di commenti sono 3:
- Il processo di moderazione dei commenti scoraggia la conversazione
- Call to action a commentare
- La maggior parte dei commenti sono spam
Allora, questo è lo stato delle cose secondo le fonti anglofone.
E’ vero o non è vero?
La mia risposta è: dipende.
Sicuramente ci sono blog che, quando ricevono un commento, l’autore tira fuori la bottiglia di champagne e brinda. E ci sono blog che invece “resistono” o meglio vivono.
Credo che la differenza sia sempre e comunque nel tipo di contenuto che si veicola.
Se si propongono costantemente contenuti originali e di qualità in un modo o nell’altro la diminuzione dei commenti magari ci sarà comunque, ma probabilmente si avvertirà meno, soprattutto se negli anni d’oro del social blog 2.0 si è stati bravi da crearsi un bacino di lettori fidelizzati che commenteranno più o meno sempre.
Poi è vera un’altra cosa: magari non si commenta più direttamente sul blog, ma lo si fa sui social, come Facebook o Google+, perché la “trafila” è assai più rapida e in un solo clic si può condividere il contenuto e al tempo stesso lasciare un commento al riguardo.
Io personalmente credo che i social non stanno “uccidendo” i blog, ma anzi, che stiano contribuendo a mutare velocemente le dinamiche di interazione. Le miglioreranno, le peggioreranno? Vedremo.
Di sicuro integrare i commenti con le piattaforme social è un passo avanti per tenere viva la conversazione. Non dobbiamo scordare infatti che i contenuti circolano principalmente sui social.
Tu che ne pensi?
Dobbiamo cantare l’estremo saluto ai commenti dei blog?