La SEO, croce e delizia di chi lavora (seriamente) nel web.
Ne abbiamo sentito parlare tante volte e tante volte ancora abbiamo provato a spiegare alcuni suoi aspetti, più o meno noti. Ma non ci basta. Oggi vogliamo fare di più.
Abbiamo chiesto a uno dei migliori SEO italiani di parlare con noi. Anzi, con voi. Abbiamo raccolto le vostre domande e gliele abbiamo offerte, sperando in una sua risposta positiva. Risposta che, ovviamente, non è mancata: vi presentiamo l’intervista ad Andrea Pernici, con cui abbiamo parlato di SEO, contenuti, marketing e molto altro ancora. E se non ti basta, occhio alla fine del post. C’è una sorpresa solo per te! Cominciamo.
- Partiamo con una domanda che ci fanno in molti: come è messa la SEO in Italia?
Penso che la SEO in Italia sia messa molto bene.
Ovviamente dipende dal punto di vista da cui vogliamo guardarla, ma a grandi linee non vedo particolari problemi che non siano diversi da quelli del resto del mondo. Questa consapevolezza arriva anche dalla possibilità che ci ha dato Google+ di avere maggiori contatti con i professionisti internazionali e dunque confrontarci con loro.
In Italia il movimento SEO è oramai attivo da anni e la qualità di quello che viene fatto è sicuramente di alto livello.
La dimostrazione è data anche in parte dal fatto che ogni volta che gli addetti ai lavori internazionali cercano di penetrare il nostro settore, in realtà non hanno mai molto da dire che non sappiamo già, e spesso in modo più approfondito di loro.
- Hai fatto una campagna contro la disinformazione SEO. Perché?
Parliamo di questa pagina SEO e disinformazione? E mi chiedete anche perché?
Io penso che il primo punto da cui partire per far comprendere cosa sia la SEO, sia quello di raccontare, a chi cerca informazioni, chi siamo.
Ho già risposto qui SEO senza peli sulla lingua e qui Campagna contro la disinformazione SEO.
Il primo passo consiste nello sganciarsi dalla logica del citare sempre la fonte più autorevole, ma citare quella più completa. Le SERP italiane sono il classico esempio di SERP risultanti dal voler parlare per forza di cose per cui non si ha la competenza.
Ci si batte da anni per fare un’informazione corretta e poi ogni santa volta la risorsa che fa più rumore diventa sempre quella autorevole che spara fesserie e dunque viene discussa da tutti. Se ci impegnassimo di più a creare interconnessioni proficue tra le risorse migliori non esisterebbe nemmeno il problema della disinformazione…che in prima istanza parte dalla fonte Google e poi va a quella Wikipedia, che, come era dmoz ai tempi, è un giochino di potere.
Non ci vuole un genio per capire che tali risorse dicono delle boiate.
Non so se ricordate la guida SEO base di Google lanciata non molto tempo fa in cui spiegavano title, description e alt tag in una specie di infografica? Beh, era la risorsa più stupida e banale mai stata prodotta da Google, eppure ha fatto il giro del mondo con tanto di elogi e felicitazioni.
Ho avuto il vomito per una settimana. Non ci accorgiamo nemmeno che ci stiamo auto-distruggendo e che ci stiamo riducendo a pecore.
Ora vi faccio io una domanda. Se non ci battiamo per quello in cui crediamo, cosa ci rimane?
- Simone ci chiede se hai fatto un percorso specifico per diventare SEO
Non credo che il mio sia un percorso specifico, quindi la cosa più semplice per me è raccontare quello che ho fatto.
Sicuramente il punto fermo è il mio amore per il web a 360°. Vi racconto un po’ come è andata.
Ho iniziato con i primi ipertesti alle scuole superiori. Sin dai primi giorni d‘incontro con l’online ho sentito parte di me il Web Design, che insieme alla passione per la programmazione si è presto trasformato nella voglia di sapere tanto finché l’Università, l’Open Source, gli algoritmi, le ontologie, la sistemistica, Linux e i sistemi adattivi complessi hanno contaminato per sempre il mio sangue.
Troppi tecnicismi possono far male e dunque quella parte più estroversa di me è tornata presto alla ribalta, ricordandomi che non si poteva tralasciare quella parte di connessione con il mondo esterno e l’importanza di comunicare.
Proprio per questo mi sono spostato da IRC ai forum fino ad incontrare il Forum GT dove ho iniziato nel 2005 a coltivare la mia passione per il Web Marketing e la SEO, con la fortuna di conoscere anche quelli che diventeranno poi dei grandi amici.
Fatta questa premessa, dunque, posso dirvi che il mio background universitario in Computer Science mi ha aiutato molto e soprattutto mi ha permesso di avere una forma mentale in grado di sposarsi bene con quella che serve per fare questo lavoro.
Principalmente ho imparato a fare SEO ragionando sempre sul progetto a 360°, studiando tanto e continuamente, facendo tanti esperimenti e test per evitare di prendere fischi per fiaschi.
Ho iniziato come freelance e ho avuto la fortuna di incrociare tanti casi interessanti anche su base internazionale, ma di certo il miglior allenamento per me è stato quello di rispondere ai tantissimi quesiti delle persone sul Forum GT. Quando aiuti gli altri scopri tante cose, devi riprendere cose che magari hai dimenticato e devi studiarne altre ex-novo perché non ne avevi mai avuto la necessità per i tuoi casi e questo permette di tenere in allenamento la capacità di problem solving che per il lavoro di SEO è fondamentale.
Un altro aspetto importantissimo (non solo nella SEO) secondo me è quello di avere pensiero critico.
- Riccardo dice: se ti dico Hummingbird tu mi rispondi… ?
Rispondo semplicemente che non mi interessa associare un comportamento certo a cosa faccia nello specifico Hummingbird finché questo non verrà dichiarato in modo chiaro.
Ci sono alcuni che pensano che sia esclusivamente relativo alla fase di pre-processing della query, mentre altri che faccia riferimento all’intero processo di passaggio da un ambiente “term-based” ad uno “semantic concept/entity-based”.
Ovviamente sto semplificando molto, ma questo non cambia il succo della questione.
Che Hummingbird sia il modo di mappare le query in uno spazio entity-based oppure il mappaggio dei documenti in uno spazio entity-based + la parte di mappaggio della query nello stesso spazio, non cambia la situazione attuale. Dobbiamo fare i conti con l’insieme perché molto probabilmente una parte senza l’altra sarebbe inutile.
La direzione complessiva che ha preso Google rimane quella delineata negli ultimi 2 anni.
Questa sì che è la parte interessante.
Il resto è spazzatura.
- SEO e algoritmi: Laura ci chiede se hai un metodo per aggiornarti sugli algoritmi e se testi rischiando sul cliente o inventando casi
Un buon modo di aggiornarsi è sicuramente quello di scegliere le fonti giuste, non perdere nessuna dichiarazione ufficiale e farsi delle belle cerchie SEO su Google+.
Per quanto mi riguarda i test sono la norma e con il consenso del cliente faccio spesso anche degli A/B test parziali per vedere cosa può succedere con alcune modifiche e non solo per il motore di ricerca.
Usare la parola “rischio” è errato secondo me perché implica che si usino tecniche o si facciano test su cose che conosciamo già a priori essere potenzialmente pericolose.
Questo tipo di test sono solo a titolo di studio e ovviamente vanno fatti su siti propri perché prima o poi faranno comunque una brutta fine e dunque sono sempre molto restio a fare test di cui conosco già l’esito.
- Ilaria è curiosa di sapere quanto contino i contenuti in una strategia SEO. Cosa le rispondi?
I contenuti sono fondamentali, ma vale la pena definire cosa intendiamo per contenuto.
Il contenuto, per come la vedo io, è parte di un tutto. Il contenuto è design, il contenuto è multimedialità, il contenuto è comunicazione, il contenuto è prodotto, il contenuto è piacevolezza.
Il contenuto nel web è anche il contenitore e allo stesso tempo il contenuto.
È l’espressione del nostro brand verso le persone che lo cercano.
Il contenuto è un percorso che disegniamo per l’utente all’interno del nostro sito web anche incapsulando il meglio che troviamo nella rete sotto mille forme.
Durante La Settimana della Formazione parlerò di qualcosa in parte affine a questa tematica.
- Seo e vino: Benedetto vuole sapere se conosci il caso del sito wine farlocco e quali sono le tue considerazioni in merito
Purtroppo non conosco il caso in questione. Se mi date un link, posso informarmi.
- Alessio chiede: come si risolve il problema dei contenuti duplicati in siti particolari come quelli culinari, dove le ricette si ripetono uguali e i visitatori restano comunque alti?
Il problema dei contenuti duplicati è molto relativo.
Ci dovremo sempre di più abituare al “contenuto duplicato” per come viene inteso perché nel web c’è spazio a volontà per il contenuto duplicato se ad esso viene dato valore, contesto e significato.
Usare il contenuto migliore fatto da altri può essere spesso la soluzione migliore.
Purtroppo uno dei problemi principali generati dalla SEO è stato quello di alterare il concetto stesso del web e dunque di linking ed è qualcosa a cui ora Google sta cercando di trovare una soluzione.
Il web è linkaggio e riuso con attribuzione. Il web è un contenitore di dati da utilizzare per creare la miglior esperienza possibile per i nostri utenti. Saranno poi loro a stabilire chi sono i migliori.
Per rispondere in modo più specifico alla questione posta rimando al punto 6. Il contenuto non è un pezzo di testo identico presente su più URL, ma l’insieme degli elementi che compongono il nostro sito web e se per il nostro sito web è rilevante usare un pezzo di informazione di altri siti web impariamo ad usarlo ed attribuire la fonte.
Avremo un triplo guadagno: la felicità del visitatore che trova le informazioni in un posto solo, la felicità della fonte con cui potremo magari creare relazioni e la felicità nostra perché abbiamo soddisfatto le aspettative del visitatore.
Se posso dare un consiglio: è molto più problematica la duplicazione interna.
- Ora tocca a Salvatore: da diversi mesi sto analizzando la SEO di una pagina web commerciale che non riesce a risalire (settore: vendita hosting) nonostante sia fortemente tematizzata sulla chiave di ricerca rimane nel limbo delle posizioni dalla 70 in poi. nel tempo ho rimosso spam, cambiato la struttura HTML, aggiornato i testi, incrementato i backlink tematici ma nulla, sembra non risalire neanche a cannonate. Come ti comporteresti in casi critici del genere? Specifico che non si tratta di una forzatura di alcun tipo, probabilmente è solo un sovraccarico di competitor, ma in questi casi come si aggira il problema?
È difficile poter dare una risposta con così pochi elementi a disposizione.
Sicuramente pensare “per pagina” non è un approccio lungimirante.
Il settore di vendita hosting è vasto e molto competitivo, quindi in primis mi concentrerei su me stesso. Cosa posso fare di buono che ancora non è stato fatto sul panorama italiano?
Che tipo di associazione posso creare con settori affini per creare partnership interessanti?
Come posso farmi notare da chi non mi conosce?
Perché dovrei scegliere il vostro servizio rispetto ad altri?
Una tabella comparativa dei vantaggi che otterrei da voi rispetto ai big?
Qualche Case History interessante?
Che disponibilità di investimento ci sono rispetto ai competitor che ci sono avanti?
Quali sono i punti di debolezza miei rispetto ai competitor? Newsletter, AdWords, partecipazione a eventi di settore, partecipazione a community di settore, iniziative innovative, Brand, pricing, servizi, etc etc…
Non pensare troppo alla struttura HTML, ai backlink e ai testi. Pensa principalmente al prodotto che offri e a quello che il tuo prodotto può offrire.
Immagino che nonostante il limbo, riceviate del traffico specifico e che il web sia il principale canale di vendita. Quali sono i vostri tassi di conversione? Quanto il valore medio di ogni acquisto? Qual è l’obiettivo minimo da raggiungere?
Con quello che già avete non riuscite in ogni caso ad incrementare il fatturato, indipendentemente dalla posizione per alcune chiavi?
Potrei continuare per ore, ma senza conoscere il caso specifico potrei aver solo sparato fesserie e detto delle banalità. In settori ultra competitivi devi pensare a 360° una volta sistemato il motore e non aver paura di essere troppo generoso.
- Di cosa ci parlerai al Convegno GT di dicembre?
Parlerò di User Experience in relazione alla velocità di caricamento e uso delle pagine web.
Non anticipo nulla altrimenti vi tolgo il gusto di partecipare, ma la descrizione all’interno del programma è già un buon invito a gustare un argomento interessante che cambierà radicalmente il vostro modo di vedere il fattore velocità.
Ci vediamo al convegno, vero?
E il bonus?
Andrea parlerà durante l’8° Convegno GT, che si terrà il 13 e 14 dicembre a Milano. Un’occasione unica per ascoltare il suo intervento e quelli degli altri bravissimi relatori. Due giornate intense dedicate al mondo della SEO e del Marketing. E noi non ti ci mandiamo certo a mani vuote! Se acquisti il biglietto con il nostro codice pagherai 349,00 euro + iva invece di 399,00 € + iva. Uno sconto valido solo fino al 22 novembre: corri e inserisci il codice con2013wbh!
Noi ringraziamo Andrea per la sua disponibilità e con te ci vediamo a Milano il prossimo dicembre?