Ma perché è tutto così pesante per voi del futuro? Avete problemi con la forza di gravità?
Nello scorso viaggio siamo andati negli anni ’20 per scoprire un movimento un po’ controverso che per lungo tempo non è stato riconosciuto per i suoi legami con il fascismo, il Secondo Futurismo e nello specifico il lavoro di uno dei suoi maggiori esponenti Fortunato Depero.
Oggi facciamo un bel salto in avanti, in un precedente articolo abbiamo visto come negli anni ’50 ebbe origine lo Swiss Style, che può essere considerato il più importante stile di progettazione grafica del XX secolo e che si diffuse in tutto il mondo.
Ma cosa è successo dopo?
Tempo di destinazione anni ’60: il Push Pin Studio
Negli anni ’60 alcuni giovani artisti iniziano a percepire quello stile come noioso e prevedibile, troppo rigido nelle sue griglie di impaginazione e avviano un rinnovamento stilistico.
A New York Milton Glaser, Seymour Chwast, Reynold Ruffins e Edward Sorel, neolaureati alla Cooper Union, fondano nel 1954 il Push Pin Studio, un consorzio di grafici e illustratori, e per le loro realizzazioni s’ispirano all’arte commerciale e alla pop-art.
Per promuovere la loro attività realizzano e spediscono a tutte le agenzie un Almanac, con oroscopi e consigli quotidiani che tre anni dopo, si trasforma nel Push Pin Monthly Graphic.
Questa pubblicazione, nata a scopo promozionale, trattava anche tematiche sociali e politiche e permette allo studio di presentare i propri lavori di ricerca e di sperimentare, in libertà, tecniche e stili nuovi.
Linee guida del Push Pin Studio
Sebbene lo studio sia caratterizzato dalla presenza di diversi professionisti, ciascuno con il proprio stile, la grafica del Push Pin Studio presenta degli elementi ricorrenti.
Come già accennato essi scelgono di staccarsi dal razionalismo dello Swiss Style e di ispirarsi alle correnti artistiche dell’epoca, ma reintroducendo anche elementi del passato: del manierismo vittoriano, dell’Art Noveau e dell’Art Decò, dando vita a uno stile fresco e innovativo.
I progettisti vanno oltre la semplice illustrazione spingendosi verso una grafica figurativa dove il testo si integra con l’immagine fino a diventare immagine stessa e che fa spesso leva sull’ironia.
Le loro opere grafiche ottengono immediatamente un grande successo in fatto di distribuzione e ricezione visuale ma, a differenza dello Swiss Style, il movimento rimane comunque limitato e non si diffonde a livello internazionale, probabilmente per l’impossibilità di applicarlo a tutte le tipologie di prodotti grafici.
Tuttavia riscuote molto successo nel settore editoriale, in modo particolare nelle copertine dei dischi e dei manifesti.
Un esempio molto famoso è il poster di Bob Dylan realizzato da Milton Glaser nel 1966 che venne diffuso in oltre 6 milioni di copie.
Il Push Pin Studio ha realizzato anche il prestigioso marchio “I Love NY”, creato nel 1976 e commissionato dal Department of Commerce di New York per promuovere il turismo, che è oggi riprodotto su un’infinità di poster, gadget e capi d’abbigliamento che rappresenta uno dei simboli della città di New York.
Ritorno al Futuro: il Push Pin Studio oggi
Il Push Pin Studio per tre decenni costituì un vero e proprio fenomeno nel panorama della cultura visiva, influenzando giovanissimi designer degli anni ’60. Sarà arrivato fino ai giorni nostri?
Conclusioni
Anche oggi abbiamo fatto un bel viaggio che ci ha portato a scoprire un altro movimento importante della Storia del Design Grafico.
Dove ci porterà la prossima volta la Delorean?
Un momento, cosa stai facendo, Doc?
Ho bisogno di carburante! Andiamo, su, entra in macchina!