Quando pensiamo al grafico vediamo una persona creativa che sappia tradurre le idee per il cliente in un foglio o realizzare layout per il web. Ma dietro a tutto questo studio e dedizione, un bravo professionista deve tenere presente anche una serie di termini che non possono mancare. Per questo ho pensato di realizzare per voi un pratico “alfabeto del grafico”; ogni lettera rappresenta un qualcosa che è bene sapere. Insieme conosceremo termini pratici e storici del mondo della grafica. Ma sono certa che mentre lo leggerete vi verranno in mente anche altri termini che utilizzate.
A come Arte
La grafica è l’insieme di emozioni e sensazioni che un autore riesce a trasmettere in un foglio sia cartaceo che digitale; essa come tale è considerata una vera e propria arte (proprio come la pittura o la scultura). Sono da considerarsi arti grafiche tutte quelle discipline legate al mondo tipografico quali litografia, calcografia, incisioni su metallo etc. Queste arti ormai sono applicate soltanto per stampe di pregio, poiché l’avvento dei nuovi media ha soppresso quasi completamente questo tipo di grafica d’Arte.
B come Bozza
Quando un cliente accetta il preventivo, ti metti d’accordo con lui sulle caratteristiche del lavoro commissionato e quindi puoi cominciare a dare sfogo alla tua creatività. È però giusto che il cliente abbia almeno 2 o 3 possibilità di scelta: vengono quindi preparate e fatte visionare le cosiddette bozze. Regola (morale) vuole che il grafico e il cliente si mettano insieme per limare gli ultimi dettagli della proposta che viene poi decisa: colori, posizioni degli oggetti etc.
C come Comunicazione visiva
È la disciplina che studia tutto ciò che un vero creativo deve sapere. Dal greco eikon, “immagine”, è ciò che un vero grafico deve saper sviluppare in fase di elaborato. L’estetica, l’aspetto e i linguaggi percettivi e sensoriali sono soltanto alcuni dei termini che si collegano a questa voce. Ricordati sempre che dietro un grafico c’è sempre una preparazione e uno studio costante.
D come Disegno
Quando noi grafici realizziamo qualcosa (un logo, una brochure o anche una icona web) non facciamo altro che disegnare prima con la testa e poi con i programmi o con le matite che abbiamo a nostra disposizione; è buona norma infatti prima di procedere con un progetto realizzare dei disegni o appunti grafici dove possiamo fin da subito conservare le nostre idee creative.
E come Editoriale
Avete mai sentito parlare di grafico editoriale? È un profilo molto particolare che si occupa della realizzazione (ovviamente grafica) delle pagine pubblicitarie e redazionali. Compito principale è la progettazione del menabò, utilissimo per dare la giusta rilevanza alle varie notizie che vengono impaginate, la scelta delle fotografie che accompagnano i testi; in più eccelle nella conoscenza del mondo tipografico.
F come #ffffff
In grafica è il codice esadecimale del bianco. Perché è importante? È un colore che a molti fa paura. Davvero…! E la motivazione spesso è (prendendo ad esempio un logo o una locandina) che debba essere per forza sinonimo di spazio lasciato vuoto che deve essere riempito in ogni caso. Non è così; se nel lavoro gli oggetti sono ben bilanciati, ben venga il colore bianco, che dà ulteriore equilibrio agli occhi e non vuol dire per forza il “nulla”.
G come Griglia
Ogni progetto che si rispetti deve avere al suo interno delle regole ben precise, così come un racconto o un articolo ha delle sue norme di scrittura, anche in grafica bisogna seguire degli schemi e ordinare il progetto dentro delle linee guida e griglie. Questo ci aiuterà tantissimo per lo sviluppo dei nostri elaborati qualunque sia la sua complessità. Ricordatevi sempre che ogni grafica ha sempre dietro uno schema geometrico: ne danno testimonianza diversi marchi famosi costruiti su delle regole precise.
H come HTML
Hyper Text Markup Language – già, un bravo grafico web deve conoscere quantomeno le basi del linguaggio HTML, in modo da poter dialogare meglio col programmatore e rendere più “dolce” quel rapporto di amore-odio di cui si parla sempre (lol).
I come Infografica
Si parla di Infografica quando ci si trova davanti ad un progetto realizzato per diffondere l’informazione, proiettandola in forma più grafica e visuale che testuale. Nata dall’incrocio dell’arte grafica con il giornalismo e l’informatica, viene spesso elaborata tramite computer su palette grafiche. Alcuni esempi di infografica sono i grafici, la tabelle, i diagrammi di flusso e le mappe. Oggi l’infografica è frequentemente utilizzata nei giornali e nelle riviste (soprattutto scientifiche), nei manuali d’istruzioni e nei libri di testo scolastici.
J come JPEG
È il termine di estensione utilizzato per il salvataggio delle immagini con cui un grafico lavora. Esso è stato introdotto affinché tutti i dispositivi desktop e mobili possano avere lo stesso codice di lettura; questo tipo di file inoltre può essere facilmente utilizzato sia per immagini di piccole dimensioni che per piccoli file di stampa.
K come Nero in quadricromia
Sì, nella quadricromia rappresenta il colore nero. Ma come mai, pur sapendo che il CMYK è l’acronimo di 4 colori (Cyan, Magenta, Yellow e appunto Black), la lettera scelta è la K e non l’iniziale B? La risposta è presto detta: in contrapposizione c’è la combinazione colori RGB (Red, Green, Blue), e la lettera B è già utilizzata.
L come Logo
Il logo è un tipo di lavoro spesso sottovalutato. Molti lo considerano un semplice disegnino o la semplice scritta del nome dell’azienda, rimanendo quindi stupiti dei costi reali inseriti in preventivo. In realtà dietro c’è molto di più: il logo, una volta scelto e creato, sarà per sempre il segno distintivo che riconoscerà quel marchio nel commercio. In più, per realizzare questo tipo di lavoro, c’è dietro uno studio immane: i colori, ricerca di altri marchi del settore o nomi simili per evitare di realizzare un qualcosa di simile già esistente sul mercato, il tipo di font utilizzato (serif o sans serif), versatilità su tutti i tipi di formati (biglietti da visita, carte intestate, oppure manifesti, etc). Solo dopo, il bravo grafico prende ispirazione e realizza il suo progetto.
M come Menabò
Menabò è un termine del mondo tipografico e rappresenta quel modello utilizzato per impaginare stampati di più pagine, quali ad esempio libri e riviste, contenenti testi, foto e/o immagini che vengono disposte in un certo modo (non casuale ovviamente). Le varie componenti dello stampato vengono raccolti e impaginati all’interno di una gabbia, in modo da rispettare il numero di sedicesimi (o ottavi o quartini) che si è deciso. Da ciò va però esclusa la copertina, da sempre considerata un elaborato a parte.
N come ...
O come OFFSET
Stiamo parlando di un processo di stampa cosiddetto planografico indiretto, in quanto grafismi e contrografismi sono sullo stesso piano e l’inchiostro non poggia direttamente sul supporto, ma passa prima da tre particolari cilindri gommati che si trovano a contatto tra loro. Basata sullo stesso principio della stampa litografica, presenta alcuni vantaggi:
– alta qualità di stampa anche su supporti non propriamente lisci;
– alta risoluzione del lavoro svolto.
Di contro però ci sono anche alcuni svantaggi:
– non è possibile trasferire molta quantità di inchiostro, che deve sempre essere equilibrata con la soluzione acquosa;
– a seconda del supporto necessario, il materiale può subire uno stress che non garantisce appieno la riuscita del progetto.
P come Pantone
Il Pantone Matching System è stato messo a punto negli anni cinquanta per poter classificare i colori e “tradurre” quelli di stampa a quadricromia CMYK semplicemente grazie a un codice. In questa maniera tutte le macchine tipografiche e i grafici possono dialogare bene fra loro avendo la giusta tonalità di colore dal monitor alla fase di stampa. Il colore Pantone inoltre è diventato una vera e propria moda di design fra i grafici e non solo; esistono negozi specializzati che vendono articoli di ogni genere, oggetti da collezionare e ogni anno viene realizzato un nuovo colore che si aggiunge alla vastissima gamma che già esiste e che viene utilizzata attraverso le comode mazzette.
Q come Qualità
La qualità del lavoro svolto è direttamente proporzionale a quanto il cliente spende. Su Webhouse ne abbiamo parlato tanto e in vari ambiti di lavoro, determinati lavori hanno certi costi perché la qualità ha un prezzo. E come tale deve essere rispettata.
R come Risoluzione
Con questo termine si definisce tutto ciò che riguarda la qualità di un’immagine. Un bravo grafico deve sempre essere a conoscenza dei vari tipi di risoluzione di un elaborato da consegnare. Quando progettiamo per il web usiamo sempre i 72dpi, mentre per tutti i progetti che andranno in stampa il 300dpi. Ci possiamo però trovare di fronte a particolari richieste di stampe molto grandi; in questo caso si possono anche utilizzare i 150dpi e i 200 dpi visto che in relazione alle misure e alla distanza da dove verrà visto il progetto non perderemmo di qualità. Quindi occhio a questa regola importantissima prima d’iniziare un progetto grafico 😉
S come Stampa
Un bravo grafico, una volta realizzate le bozze che il cliente accetta, deve conoscere bene l’ambito tipografico in modo da fornire agli addetti ai lavori i file con i giusti parametri che permettono la perfetta realizzazione del lavoro finito. I miei insegnanti di grafica mi hanno sempre ricordato questo punto importante, poiché puoi produrre un progetto bellissimo, ma se poi non sai come fornire i file rischi di rendere vano e non trasmettere quello che la tua testa per prima ha ideato 😉
T come Tavoletta grafica
È considerata da molti un ottimo strumento che garantisce maggiore precisione rispetto all’utilizzo del classico mouse, poiché ha movenze di una penna che scrive su un supporto. Qui esce molto la tecnica manuale del grafico che ha il dono di realizzare stilizzazioni con molto precisione “non digitale”. Essa è utilizzata da molti anche per la fotografia e grafiche d’illustrazione il cui risultato è identico alla nostra mano.
U come Urgente
Tasto dolente: spesso il cliente che si affida al grafico vuole la consegna del lavoro dall’oggi al domani, sempre mettendo fretta perché deve fare bla bla e bla. Importante in questi casi il dialogo col cliente per fargli capire che per realizzare determinati lavori e raggiungere determinati risultati ci vuole il tempo che ci vuole. Si eviteranno così perdite di tempo ulteriori in futuro, che comporterebbero quindi altri costi.
V come Vettoriali
È la tecnica utilizzata dai grafici per descrivere le immagini mediante un insieme di forme geometriche di punti, linee, curve e poligoni ai quali si attribuiscono colori e sfumature. I vettori, diversamente dai pixel presenti nella grafica raster, permettono al creativo di manipolare gli elementi secondo le proprie necessità. In una grafica vettoriale infatti potrete ingrandire e ridurre un oggetto senza perderne di qualità, potrete realizzare una grafica sia per cartaceo che per web. Vi ricordate che vi ho mostrato diversi tutorial che utilizzano questo termine?
W come – WYSIWYG
WYSIWYG è l’acronimo dell’inglese “What You See Is What You Get” (quello che vedi è quel che è). I significati attribuibili sono praticamente tre:
1) spesso ciò che siamo abituati a vedere a monitor non è ugualmente concretizzato quando esce su stampa: colori e posizioni del testo o delle immagini sono completamente stravolte. Inizialmente i software impiegati non riuscivano a risolvere questo annoso problema… I primi programmi furono l’Adobe Type Manager (supportato e adoperato soprattutto dalla Microsoft) e il sistema di codifica dei caratteri TrueType targato Apple.
2) per analogia, lo stesso problema si verificò nel periodo in cui si iniziarono a creare le prime pagine web. Il codice HTML nasce per creare in maniera logica, ma non dà ad esse delle regole grafiche di disposizione all’interno dei vari elementi e in base al browser che viene utilizzato. Per tale motivo furono ideati ad hoc i fogli di stile CSS (Cascading Style Sheets, o in italiano Fogli di Stile a Cascata), per far sì che una pagina web prendesse possesso anche di questo tipo di caratteristiche.
3) è nominato anche nel campo degli editor HTML, capaci di modificare le pagine web grazie ad un normale word processor e non intervenendo sul codice HTML puro.
X come Xilografia
La xilografia è una tecnica di stampa molto economica che prevede l’incisione di immagini, e a volte di brevi testi, su tavolette di legno (matrici), inchiostrate e utilizzate per la realizzazione di più esemplari dello stesso soggetto, sia su seta che su carta, mediante la stampa con il torchio.
Y come …
Z come Zip
State pensando alla cerniera della felpa o dei pantaloni ?… diciamo che ci siete vicini! infatti questo termine è utilizzato nel settore per inviare file di varie misure. In gergo si dice “zippare”, quindi inglobare in una scatola digitale diversi elaborati. I grafici devono quindi saper gestire e comprimere in .zip (o .rar) i lavori, così l’allegato della mail o in tipografia peserà meno e sarà più semplice trasferirlo e utilizzarlo.
Questi sono i termini che io uso spesso e che tante volte mi trovo ad utilizzare per comunicare con clienti e colleghi. Voi ne avete altri da suggerire? Siete d’accordo con questi sopradescritti? Aspetto i vostri commenti!
Come noterete manca la lettera “N e Y”. Non è una dimenticanza; in realtà non ho trovato nessuna parola da associare: voi ne avete qualcuna da suggerire? 😉