La notizia è così “scottante” che persino il sito del Corsera ne ha dedicato l’apertura di oggi: Google, su indicazione dell’UE, dovrà garantire il diritto all’oblio.
Cosa vuol dire in concreto? Per esempio, se io sono stato beccato a guidare in stato di ebbrezza, sono stato condannato e ho pagato il mio debito con la società, ho il diritto di non vedere più – e anzi che siano rimossi – i contenuti che fanno riferimento alle mie folli corse ubriache che nemmeno in Mario Kart.
Il diritto all’oblio: lo strumento (a discrezione di Google)
Nella pratica è possibile fare richiesta di rimozione dei risultati di ricerca ai sensi della legislazione europea tramite un form ad hoc.
Sembra tutto semplice, persino “giusto” per quanti coloro si vedono la reputazione danneggiata vita natural durante (la Rete non dimentica).
Non esisteva già l’obbligo di rettifica?
Purtuttavia, se vogliamo essere un po’ polemici (e vogliamo esserlo, no?) va ricordato che – almeno nella legislazione italiana – esiste l’obbligo di rettifica. Non sono un giurista, gli esami delle materie giurisprudenziali sono quelle dove sono andato peggio, ma mi pare di capire che, se una persona viene sospettata di qualcosa, troppo spesso i giornali non rettificano successivamente il NON-coinvolgimento del “malcapitato” di turno.
Il diritto all’oblio sembra l’ennesima soluzione burocratica a una legge inadempiuta in precedenza.
Attenzione però, il diritto all’oblio è a discrezione di Google
Di fatto poi è così. La segnalazione tramite il form è il diritto del cittadino europeo, ma in realtà sarà un intervento manuale (e quindi umano) a rimuovere i contenuti sgraditi. C’è quindi un ampio margine di discrezionalità.
Insomma, uno strumento potente nelle mani del personal branding di ognuno di noi, oppure un palliativo per dribblare la burocrazie UE?
Tu cosa ne pensi?