E-book e Formato Cartaceo: verità e falsi miti

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Pubblicato il 9 Novembre 2012

Oggi come oggi, quella tra l’e-book e il formato cartaceo è una delle dispute più accese della rete. Da un lato abbiamo il buon vecchio libro, con le sue pagine impregnate dal profumo di carta e inchiostro, dall’altro la facilità e l’immediatezza di utilizzo del nuovo formato di lettura elettronico.

Questi metodi di lettura hanno i propri pregi e difetti ma, navigando sul web, è facile rilevare un eccessivo snobismo verso il neonato e-book. Proviamo a sfatare i falsi miti e cerchiamo di far chiarezza su alcuni punti:

 

1. “Non dico no alla tecnologia, dico no alla pigrizia umana”

Da questa frase deriva che l’e-book è per i pigri, mentre il libro in formato cartaceo è per i volenterosi. Non si capisce il motivo di tale affermazione: cosa c’è di male nello sfogliare un libro con una mano soltanto piuttosto che tenere il volume con entrambe le mani?

Se la “fatica” viene vista come sinonimo di intraprendenza, perché non lavare i panni a mano invece di usare la lavatrice?

2. “Leggere l’e-book stanca, leggere il cartaceo no”

Occorre fare le dovute precisazioni. Leggere un e-book è stancante quando lo si “sfoglia” per molto tempo e su un tablet. La difficoltà è legata alla retroilluminazione che disturba l’occhio umano, ma leggere su un e-reader è differente perché questi dispositivi rispondono a un’esigenza precisa: non sforzare la vista.

È, dunque, ambiguo parlare di difficoltà di lettura con un formato piuttosto che con un altro: Guerra e Pace (non me ne vogliano i fan) sarà “stancante” sia in formato digitale che in formato cartaceo!

3. “L’e-book costa troppo, il libro in formato cartaceo no”

La verità sta nel mezzo. Con una veloce ricerca è possibile constatare come il prezzo degli e-book non sia eccessivo di per sé; ciò che fa storcere il naso è la scarsa differenza con quello delle rispettive versioni in formato cartaceo.

Inoltre l’e-book è un formato digitale, non risente dei costi della carta e dell’inchiostro, e ci si aspetterebbe un prezzo adeguato. Ma resta il dato di fondo: non è l’e-book a costare troppo, in quanto costa comunque meno del cartaceo, ma è il mercato attuale a imporre tali prezzi.

4. “E il fattore emozionale? Non lo consideri?”

Ho lasciato questo punto per ultimo perché è quello che più mi incuriosisce. Il fattore emozionale, ovvero l’attaccamento al libro, quel senso di complicità che si crea con un oggetto inanimato e che porta all’affezione verso quest’ultimo. È comprensibile, certo. Ma lo si può ritenere un fattore rilevante nella scelta di un formato piuttosto che di un altro?

In questa modo non si sposta l’attenzione dal contenuto alla forma? In poche parole: il libro va letto o posseduto? Se, infatti, parliamo di cultura, amore verso la letteratura e – più in generale – verso la conoscenza, è davvero questo quello che ci preoccupa? Il fatto di non poter accarezzare la copertina di un libro? O di non poter esporre la propria collezione di corposi volumi per inorgoglirci di fronte agli amici?

Un libro è fatto dalle parole che contiene, prima che da tutto il resto. E le parole sono le stesse, sia nell’e-book che nel formato cartaceo.

In conclusione, quelli citati sopra sono solo alcuni tra i falsi miti e le prese di posizione basate più sul sentito dire che sulla reale esperienza e la riflessione oggettiva. Questo non vuole essere un pretesto per indicare l’e-book come l’unico formato di lettura del futuro (sebbene negli anni a venire questa ipotesi andrebbe verificata), quanto piuttosto un suggerimento a non etichettare qualcosa come sconveniente e scomodo soltanto in virtù del suo essere innovativo.

Insomma, lo “scontro” tra e-book e formato cartaceo è una di quelle sfide epocali destinata a protrarsi ancora a lungo e il cui esito è destinato a finire sui libri di storia.

Già.

Ma libri di storia in formato cartaceo o e-book?

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