Ho iniziato a pensare alla stesura di questo post solo dopo aver avuto il piacere di partecipare ad alcuni eventi nazionali sul tema dell’innovazione e del digitale. Occasioni imperdibili per gli addetti ai lavori, ma opportunamente pensati anche per gli appassionati e cultori dell’argomento, o semplicemente per i più curiosi e intraprendenti.
Precisamente sto parlando di:
- Digitalic X, presso gli Studi RAI di via Mecenate a Milano, evento ufficiale del famoso magazine italiano che dal 2011 si occupa di tecnologia, design e innovazione a 360°. Quest’anno l’evento era dedicato alla Design Innovation e vantava molti ospiti d’eccezione, sia italiani che stranieri, tra i quali Chiara Maci, apprezzatissima Foodblogger; Gianluca Dettori, Venture Capitalist; Marco Lodola, Artista; Paolo Ciotti, Marketing Manager di HP Italia; Fabia Timaco, giovanissima Storyteller. Se ti sei perso lo streaming in diretta è possibile vedere il video completo del Digitalic X 2016 qui.
- SMAU, alla Fortezza da Basso di Firenze, la principale fiera italiana itinerante dedicata all’ Information & Communications Technology che segue le imprese e i professionisti italiani nel loro processo di innovazione dal 1964.
50 workshop gratuiti in due giorni di evento, suddivisi per macro-argomenti in 6 aree dedicate. Grande affluenza di persone, professionisti, imprenditori in quello che è ormai un evento affermato, da seguire per le varie città italiane dove fa tappa ogni anno.
- Web Marketing Festival, al Palacongressi di Rimini, il più grande evento di web marketing d’Europa che quest’anno, alla sua 4^ edizione, presentava dei numeri da capogiro:
26 sale
160 relatoriworking
38000 mq di networking
Il Web Marketing Festival è stato un successo, per un totale di:
4000 presenze
28000 tweet durante il festival
+ 800 contenuti blog, quotidiani, radio
4milioni utenti raggiunti
+ 80 sponsor e stand
Wow! Capite bene che dopo queste esperienze così ravvicinate e di tale portata, sia cresciuto in me il bisogno di tracciare una linea di connessione tra di esse. E qual è il filo conduttore del successo e del senso di questi tipi di eventi? Le persone, semplice. Non che non sapessi che questo mondo è costellato dalle più disparate figure professionali e da altrettanti internet & innovation addicted.
Ma vedere, sentire, interagire con tutta questa gente intorno a me, persone accorse dalle più disparate parti d’Italia, solo per ascoltare i propri beniamini del web, fare network con altri professionisti, scoprire nuove idee, tecniche, strategie, strumenti, per migliorare le proprie conoscenze e/o il proprio business, mi ha fatto riflettere e sperare. In positivo. Perché l’innovazione, a pensarci bene, va a influire direttamente e nettamente sull’economia di un paese.
Se si parla di digitale si sta facendo riferimento anche all’innovazione e allo sviluppo economico di un territorio. E chi può mettere in atto questo cambiamento se non le persone?
Per le strade italiane invece capita spesso di sentire parole come “ci sono stati periodi in cui ce la passavamo meglio” – ma anche molto peggio – “non c’è futuro per i giovani”, rispetto a parole come speranza o positività. Ho deciso pertanto di stendere un pensiero positivo su tutta questa massa di persone. Italiani, molti dei quali giovani, che per un motivo o per un altro si occupano di digitale, di web, di innovazione e che hanno avuto la spinta di sfidare le alte temperature con ore e ore di viaggio al fine di radunarsi finalmente insieme con un obiettivo comune: quello di tornare a casa cresciuti, migliori, con un po’ di cultura in più e pensieri positivi sparsi. Una grande community reale.
A dirla tutta mi sono sentita anche un po’ in un episodio mai girato – probabilmente – intitolato “Fuga di NERD” =). Pensate ad esempio che solo al WMF di quest’anno erano presenti al Palacongressi di Rimini 3000 persone – le altre 1000 avranno la possibilità di ascoltare tutti gli interventi del #wmf16 direttamente a casa, con tanto di video e slide!
Partecipare a eventi come questi permette di avere una sorta di illuminazione: non solo celebrale, la famosa lampadina che si accende, ma anche visiva. Passeggiando tra i corridoi e le sale ti potresti ritrovare davanti agli occhi proprio quella persona che…eppure ti sembra di conoscerla! Certo che la conosci, ma solo attraverso i social media o magari tramite il webinar che hai seguito mesi fa, perché sei assiduo lettore del suo blog o frequentatore del suo profilo Instagram. E quando tutte queste persone, connesse tra loro con parole, immagini, contenuti digitali riescono ad uscire dallo schermo, incontrarsi nella vita reale…sembra quasi irreale. Tutto pare come uno specchio, dove non si capisce più qual è il lato reale e quello riflesso.
Ma veniamo al dunque: Digitale.
Si sente sempre più spesso ripetere questa parola, quasi sempre affiancata all’innovazione, quindi al web, di conseguenza al marketing. Ma cosa vuol dire esattamente digitale?
Digitale – dal Dizionario Garzanti: pl. –i attinente ai numeri, numerico; in particolare si dice di apparecchiatura che trasforma informazioni (testi, immagini, suoni ecc.) in sequenze numeriche e le elabora o le gestisce in questo formato; si dice anche dell’informazione così trattata; si contrappone ad analogico: fotocamera digitale; linea telefonica digitale; un filmato in (formato) digitale; una foto digitale |orologio digitale, tipo di orologio in cui l’ora e le altre funzioni, anziché essere indicate dalle lancette, si leggono direttamente in cifre.
Quando parliamo di digitale, quindi, stiamo sostanzialmente parlando di numeri. Numeri elaborati che diventano tutto quello che ormai siamo abituati a vedere e sentire ogni giorno tramite gli schermi dei nostri dispositivi. Non si tratta solo di abitudine ma, che ci piaccia o no, in psicologia si parla già di dipendenza da smartphone o da social network.
Che sia per lavoro, per hobby, per narcisismo, per “mi piace farmi gli affari degli altri”, per riempirsi gli occhi di immagini pazzesche o confonderci le idee, più che schiarircele, a forza di leggere post su post sui vari magazine online, la verità è che non possiamo fare a meno dei nostri dispositivi e della connessione internet.
Oramai i nostri occhi si stanno abituando alla luce dei nostri smartphone, dei nostri pc, allo schermo della nostra macchina fotografica digitale, del nostro nuovo lettore di e-book.
Si può dire che tutto il nostro mondo è illuminato da una nuova luce digitale.
Secondo le statistiche di We Are Social sono 3.4019 miliardi le persone che si connettono a Internet in tutto il mondo. E come si comportano gli italiani con il digitale?
- 60.665.551 milioni di persone in Italia
- 37,67 milioni gli utenti attivi su Internet
- 63% della popolazione complessiva italiana si connette ad Internet
Ormai anche molti dei nonni della Millennial Generation, quella fetta di popolazione nata tra gli anni 80 e i 2000, almeno una volta in un anno avranno avuto la necessità di spulciare tra le infinite pagine del web.
Rispetto al 2015, i dati a Gennaio 2016 riportano che:
- +10% il numero di utenti totali che si connettono
- + 5% si connette da mobile
- 79% degli utenti attivi accedono ad Internet ogni giorno
- 5% dichiara di connettersi almeno una volta al mese
Da quali dispositivi si connettono gli italiani? Si può dire ormai che qualsiasi persona, o quasi, abbia a propria disposizione almeno uno strumento digitale. La tendenza è quella di utilizzare i dispositivi in maniera combinata o cross-device: reperire informazioni iniziando a casa da un pc, continuare su uno smartphone una volta usciti, acquistare poi quel prodotto dal tablet di un’amica.
Eppure la realtà di Internet in Italia è piuttosto giovane: arriva per la prima volta nel nostro Paese esattamente il 30 aprile del 1986 e, se te la cavi in matematica, avrai già capito che proprio quest’anno Internet ha compiuto trent’anni. Al tempo si chiamava Arpanet – Advanced Research Projects Agency Network – ed era accessibile solo a pochi addetti ai lavori: era il tempo del web 1.0.
Il primo collegamento Internet della storia italiana è stato stabilito con la Pennsylvania dal CNUCE di Pisa, da un team di ingegneri ricercatori tra cui Stefano Trumpy, Antonio Blasco Bonito, Luciano Lenzini, Marco Sommani. Buona parte di questi livornesi e studenti della prestigiosa Università pisana. L’Italia quindi era un paese piuttosto avanzato per quanto riguarda la ricerca… cervelli in fuga tornate in Italia!
L’Italia sempre più digital
Anche se l’Italia ha spesso la tendenza a essere un passo indietro rispetto ai vicini di casa europei in fatto di digitale, qualcosa sta lentamente cambiando. Anche le pmi, che fanno il 95% delle imprese totali del nostro paese, stanno iniziando a capire l’importanza di una presenza efficace sul web (non hai fretta vero? Meglio tardi che mai!).
Le imprese e le Istituzioni si stanno pian piano svegliando e contemporaneamente stanno nascendo nuovi mestieri digitali. Non a caso tra i programmi mirati allo sviluppo dell’economia e della cultura digitale, in programma con l’Agenda Digitale Europea, nasce l’Agenda Digitale Italiana nel 2014, che entro il 2020 si pone come obiettivo l’innovazione e il miglioramento economico del paese, nonché la diffusione della banda larga. Così come nasce, finalmente, una lista ufficiale delle nuove figure professionali che potrete trovare qui.
Non è tutto positivo però. Insieme alla diffusione di digitale e tecnologia, si sta facendo strada nella società una sorta di egocentrismo di massa, un nuovo narcisismo – che è sempre esistito, ma che ora si fa più pungente, alienante, pericoloso.
Internet segna il confine tra era pre-digitale ed era digitale. Mi piace immaginarlo come un giovane in carne e ossa, seppur maturo e tendenzialmente cosciente, che ha avuto un’influenza davvero decisiva nel modo di comunicare, di vivere le relazioni, di fruire delle informazioni delle masse. Il web ha influenzato la vita delle persone indipendentemente dall’ambito e dall’uso che poi queste ne facciano.
Sta a noi decidere, anche a voi cari lettori, come utilizzare questo potente strumento di connessione e se fare parte di questa evoluzione digitale in atto. A questo punto non mi resta che ricordarvi che uno dei mantra del World Wide Web, adesso nell’era 4.0, è questo: sharing is caring! 😉
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