Avete mai pensato a quante volte una frase, una parola, perfino un singolo suono, ci fa venire in mente un ricordo o una sensazione? Non so, un pizzicore sottopelle oppure una lieve accelerazione del battito al cuore?
Pensate al potere evocativo della musica, è qualcosa di straordinario!
Come l’epifania di Eveline nei Dubliners.
Alzi la mano chi non si è mai commosso sentendo una canzone d’amore, oppure chi non ha rivissuto l’euforia dell’Italia Campione del mondo con la telecronaca di Caressa.
C’è un legame strettissimo tra linguaggio ed emozione. Questo avviene perché la comunicazione è un canale privilegiato per l’espressione e la diffusione delle emozioni.
Partiamo dall’inizio: le emozioni sono delle reazioni, cioè delle risposte ad un evento, che coinvolgono fattori cognitivi, fisiologici e comportamentali. Un’emozione è sempre orientata all’azione. In qualche modo è come abbattere una tessera del domino, osservare un effetto a cascata.
Questa caratteristica di condurre all’azione, fa delle emozioni delle vere e proprie micce esplosive, che, nei casi migliori, possiamo monitorare e indirizzare nelle direzioni che vogliamo.
Ricordiamoci che ogni parola che scegliamo ha un effetto!
Il bambino ha fame, vuole mangiare, piange e si lamenta, la mamma lo sente, capisce e prepara il biberon: il piccolo è riuscito ad ottenere quello che voleva.
Quindi il tono emotivo, più o meno consapevole, posseduto dal linguaggio, indirizza sempre verso un agito, un movimento fisico o mentale e questo è il veicolo della comunicazione web tutta, dall’editing al web marketing.
Facciamo un esempio: una pubblicità che funziona, deve spingere all’acquisto, o in senso lato, all’approvazione del contenuto del suo messaggio. L’emozione è un acceleratore di questo processo.
Come potenziare l’effetto che voglio dare alla mia comunicazione?
Scegliere parole coerenti con lo stato emotivo che intendo suscitare: usare parole dai suoni “morbidi” (“m”, “b”, “u”) per esprimere accoglienza e calore, e suoni “duri” (“z”, “t”, “c”) per esprimere forza e resistenza.
Prediligere emozioni positive: alcuni risultati di ricerca mostrano la tendenza delle emozioni positive a migliorare la comprensione a livello cognitivo e linguistico.
Valutare l’obiettivo della comunicazione: un messaggio solidale utilizzerà parole che richiamano la fratellanza e la responsabilità individuale (ad esempio “contributo”, “volontario”, “mano”, “aiuto”), mentre un messaggio di propaganda elettorale utilizzerà parole che richiamano la decisione e il futuro (ad esempio “scelta”, “volontà”, “prospettiva”, “orizzonte”).
Ci sono parole che da sole evocano sentimenti ben precisi. Se dico “sciagura”, penso a una tragedia; se dico “incidente”, penso a qualcosa di brutto e di non programmato; se dico “fatto” o “episodio”, penso a qualcosa di ordinario e standard; se dico “avvenimento”, penso a una novità. Le parole che utilizzo sono semplici sinonimi, ma il senso cambia eccome!
Infine, non dimentichiamoci che nella comunicazione 2.0 ciò che conta (perché è ciò che funziona), è la capacità di essere semplici, immediati e senza sovrastrutture linguistiche.
NB: da non confondersi con scarsa proprietà di linguaggio, prego!