Di tanto in tanto mi piace uscire dall’ufficio, incontrare un po’ di amici e fare nuove amicizie (l’immagine è tipo quella di Smigol de “Il Signore degli Anelli” che esce fuori dalla grotta…). Molto spesso si finisce a parlare del lavoro (quindi è come se fossi rimasto in ufficio!) e ascolto con molto interesse gli amici che vorrebbero trovarne uno nuovo o che hanno da poco finito l’università e sono alla ricerca di quello dei propri sogni. Quanta tenerezza!
Ebbene: ascoltando un bel po’ di testimonianze, lamentele e avendo io stesso visionato numerosi curricula ho il piacere di presentarvi il decalogo degli errori più comuni assolutamente da evitare quando si cerca lavoro! Buona lettura.
1. Ho inviato il curriculum a centinaia di aziende
Questo è il primo e più grande errore. Immagina “l’omino dei curriculum”, ovvero quella persona che deve valutare la tua candidatura. Con quale probabilità pensi che il tuo profilo di studi / lavoro possa colpirlo nella marea di richieste che riceve ogni giorno?
E’ sempre un’ottima pratica quella di selezionare tra le offerte un tot di opportunità ed inviare la propria candidatura solo a quelle per cui si è realmente interessati. Immagina cosa si possa pensare di te in una telefonata del tipo “Siamo la Pinco Pallino Spa, ha inviato il suo curriculum, ricorda?” Risposta: “Ehm…no, ne ho inviati così tanti!”.
2. Ti sei ricordato di leggere l’annuncio?
In alcuni annunci vengono espressamente richieste alcune specifiche formali per la compilazione della propria candidatura. Di recente abbiamo cercato una figura junior, indicando di compilare la domanda usando nell’oggetto della mail il formato “COGNOME NOME – Nome della posizione 2014” Non si tratta solo di uno stratagemma per filtrare in maniera pratica i curricula in arrivo, ma anche per valutare l’effettiva lettura dell’annuncio e la propensione per l’applicazione di un “metodo”.
Risultato? Oltre il 30% delle candidature aveva come oggetto qualcosa del tipo “Lavoro” oppure “Il mio CV”, “Candidatura” o addirittura “– Nessun oggetto –”, tutti candidati scartati a priori. In alcuni annunci vengono espressamente richieste specifiche attitudini ed abilità: nel caso non facciano già parte del tuo bagaglio competenze…perché inviare la candidatura? Fai tesoro di quello che non sai (ancora) fare e provvedi per essere più competitivo alla prossima occasione.
3. Non fare quel miglio in più…
“Fare quel miglio in più” è un’espressione che indica il volersi impegnare un pochino in più per dimostrare la propria volontà e determinazione. Per restare nell’esempio precedente, all’interno dell’annuncio abbiamo richiesto di inviare il proprio curriculum e una lettera di presentazione (o cover letter), preferibilmente in lingua inglese.
Tra le oltre 200 candidature abbiamo ricevuto circa 20 cover letters e tra queste solo la metà era in lingua inglese. In che maniera avremmo dovuto giudicare il fatto di aver scelto di non inviarla o di inviarla in italiano?
4. Non predisporre i propri profili social ad un eventuale colloquio
Come già accennato in un articolo precedente, molti recruiters ed head hunters effettuano ricerche sull’identità dei candidati per analizzarne la vita digitale. Tale pratica si lega alla possibilità di avere un proprio “biglietto da visita” ancor prima di affrontare il colloquio. Cosa accade se sui tuoi profili social compaiono solo #selfie oppure foto e storie imbarazzanti? Si tratta sempre di biglietti di visita, ma che male si prestano ad impressionare positivamente chi ti sta proponendo un posto di lavoro.
5. Inviare sempre il solito curriculum
Essere versatili: sempre! Non è il candidato più forte ad averla vinta, ma quello che meglio sa adattarsi al cambiamento.
Il tuo curriculum non sempre è adatto per tutte le opportunità di lavoro che sono presenti in Rete. Se hai seguito il primo consiglio hai ora più tempo per curare meglio il tuo curriculum e le informazioni in esso contenute. Se l’azienda è attiva in uno specifico settore per cui non hai precedenti esperienze e competenze perché non modificare le descrizioni dei lavori svolti in precedenza in modo da evidenziare meglio le tue capacità?
Facciamo un esempio: Mario ha lavorato per alcuni mesi in per un’associazione occupandosi di archiviazione testi e catalogazione documenti. Oggi vuole proporsi nel settore del digital marketing.
Anziché sottolineare le proprie competenze come catalogatore potrebbe modificare alcune diciture della propria esperienza citando le proprie abilità con strumenti di archiviazione dati, data entry, tagging ed elaborazione testi, potendo così contare su skills utili a chi si propone come copywriter, social media manager o gestore di contenuti per siti internet e social network.
Non si tratta di mentire sulle proprie abilità ma di reinventarsi per potersi adattare ad un contesto lavorativo affine.
6. Non approfondire le informazioni sull’azienda
Prima di inviare la propria candidatura è bene effettuare un’analisi approfondita dell’azienda con cui ci sia andrà a relazionare e con cui (si spera!) si inizierà a lavorare. Anziché fermarsi all’annuncio di lavoro trovato chissà dove in Rete perché non provare ad entrare in contatto con i propri, futuri, interlocutori?
Metti “Mi piace” alla loro fan page, aggiungi i dipendenti su Linked In oppure utilizza i loro strumenti di contatto attraverso il loro sito, invia un messaggio privato per richiedere alcuni dettagli sul settore e sul profilo ricercato. Fai in modo che prima ancora di ricevere il tuo curriculum, i potenziali recruiter conoscano o entrino in contatto con te, in modo da agire su un meccanismo emotivo che renda la candidatura e il tuo nome “riconoscibili” rispetto ai tuoi competitor.
Sapere che hai analizzato a fondo la loro azienda creerà uno stato di coscienza vantaggioso e dimostrerà il tuo reale interesse nei confronti del lavoro e della società con cui desideri collaborare.
7. Chiedere in maniera insistente informazioni sulla propria candidatura
La pratica di contattare ripetutamente l’azienda in merito alla propria candidatura trasmette una forte pressione nei confronti di chi ha il compito di giudicarvi per offrirvi l’opportunità di lavorare.
D’altro canto, inviare al termine della raccolta dei curriculum una gentile email di recall potrebbe essere un segnale di una persona diligente ed accorta che ha a cuore l’opportunità offerta: nel caso di una risposta si avrà l’opportunità di entrare in contatto con un interlocutore reale con cui instaurare una relazione per potenziali future collaborazioni.
8.Usare un modello per il proprio curriculum…senza personalizzarlo un po’
Molti annunci specificano in maniera esplicita di impiegare un modello per creare il proprio curriculum. Tale scelta non è un freno alla vostra creatività ma un modo per raccogliere tutte le informazioni realmente utili per consentire di analizzare il tuo background formativo e professionale oltre ad avere tutti i recapiti utili per contattarti.
Tuttavia una cosa che non capisco è come mai, pur usando il modello, si voglia dare tanta pubblicità a tale aspetto, senza curarne minimamente i particolari. Non c’è nulla di peggio di leggere in testata del curriculum la dicitura “Modello Europeo del Curriculum Vitae” oppure a pie’ pagina “[Nome Cognome] Modello Europeo del Curriculum Vitae” – Se non hai avuto tempo e voglia di “lavorare” un po’ al tuo documento cosa dovrebbe far pensare che avrai voglia di impegnarti nelle mansioni che ti saranno affidate se dovessero assumerti per questo nuovo lavoro?
9. Soft Skills
Alcuni annunci di lavoro possono essere presentati in maniera volontaria con informazioni carenti (indicazioni sul prezzo, presentazione dell’azienda, ecc. ecc.). Questo tipo di annunci riscuote un particolare successo online poiché spuntano decine di “troll” pronti a criticarne forma e contenuto.
Le critiche più frequenti riguardano il tacere l’aspetto economico o il richiedere a figure junior la conoscenza di millemila software, linguaggi di programmazione o di aver maturato almeno un decennio di esperienza nel settore.
Chiaramente molte di queste critiche possono essere motivate ma…si tratta pur sempre di annunci di lavoro scritte spesso da non addetti ai lavori e che vorrebbero una persona come te per migliorare il proprio modo di lavorare… e mentre passate il tempo a mostrare il vostro spirito critico, ecco che nel frattempo molti dei tuoi competitor hanno già contattato privatamente l’azienda, inviato il proprio curriculum e sostenuto il colloquio conoscitivo!
Le tue soft skills comprendono la riservatezza, la possibilità di risolvere problemi o ricercare soluzioni. Se impieghi il 99% del tuo tempo a lamentarti e gridare allo scandalo, quanto rimane da impiegare per svolgere un compito? (non ho molte soft skills matematiche, ma penso che riuscirai a trovare la risposta da solo).
10. Non essere umili, entusiasti e positivi
Che tu sia alla tua prima esperienza o un ricercatore di lavoro “professionista” non far mancare mai una buona dose di umiltà, entusiasmo e positività durante il tuo rapporto con una nuova azienda. Ogni tuo successo o traguardo è nullo fin quando non potrai portare un reale vantaggio a chi desidererà di assumerti o proporti una collaborazione.
Un atteggiamento arrogante è spesso il peggior biglietto da visita per chi si propone per un nuovo incarico, così come una persona rassegnata da cento e più “rifiuti” trasmette negatività alla nascente relazione professionale. Oltre a tutte le caratteristiche che ti rendono la persona ideale per quell’impiego vi è una forte componente emotiva che ti porterà al successo: sfruttala a tuo favore.
E finiamo qui la nostra classifica: hai qualcosa da aggiungere? Stai già rivedendo il curriculum o fermando la coda di invio automatizzata? Per stimolare un po’ la conversazione aggiungo un pensiero personale: “il lavoro c’è, è abbondante e in alcuni casi, è anche molto vantaggioso: non è che non ti richiamano mai perché il tuo modo di approcciarti è totalmente sbagliato?”
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