Io ne ho fatti parecchi.
A volte sono andati bene, altre volte l’ansia o la distrazione mi hanno giocato brutti scherzi.
Li considero tutti, però, esperienze costruttive e irrinunciabili per conoscere il mondo del lavoro.
Se deciderai di continuare a leggere, ti rivelerò (sulla base di ricerche e batoste) alcune domande che dovresti aspettarti, i segreti sul linguaggio del corpo e come presentarsi a un colloquio di lavoro.
Con un filo di ironia.
Come presentarsi a un colloquio di lavoro?
- Innanzitutto in orario. La puntualità a un colloquio di lavoro è importante, perché è sinonimo di affidabilità. Una persona puntuale comunica la sua attenzione e il rispetto verso gli impegni. Se devi rinunciare al colloquio per un impegno improrogabile, avverti in anticipo.
- Ricchi di curiosità. Fare domande al tuo interlocutore sul lavoro o sull’azienda dimostra il tuo interesse per quel posto e la tua volontà di far parte del team.
- Ricorda che l’abito fa il monaco. Lo so, l’uomo con più piercing al mondo o a cui piace uscire in boxer potrebbe avere più talento di uno in giacca e cravatta. La tua presentazione, però, è importante ed è l’elemento che si nota per primo a un incontro. Chi lavora nel mondo della comunicazione lo sa bene: il packaging influisce sulla scelta del prodotto. L’abbigliamento fa parte del tuo biglietto da visita: deve, quindi, essere sobrio, con accessori non troppo vistosi, ma che rappresentino la tua personalità e la tua originalità. Vestire di blu, ad esempio, infonde alle persone un senso di sicurezza e trasmette la fiducia nel futuro.
- L’aspetto fa la differenza. Una buona presentazione prevede capelli puliti e in ordine, (evitiamo tinte arcobaleno o acconciature da Halloween) e barba curata per gli uomini (per non dare l’impressione di una persona che si trascura e che molto probabilmente lo fa anche con il lavoro).
- Preparati al punto giusto. Prima di ogni colloquio informati sull’azienda, sulla sua storia e soprattutto sui servizi che offre, sul mercato, sui clienti, sul portfolio. Cosa risponderesti se ti chiedessero “ha domande?”? Cosa succederebbe se discutendo sul lavoro affermi di avere un buon rapporto con le piccole imprese, quando l’agenzia che ti deve assumere si relazione solo con multinazionali? Fidati, è meglio non trovarsi in queste situazioni imbarazzanti, quindi preparati al meglio. Se aggiungi tu qualche informazione e dimostri di esserti documentato prima, è un punto a tuo favore!
P.S. Ricorda di dare del lei al selezionatore, salvo indicazioni contrarie da parte sua.
Il corpo parla da sé.
E a volte non ascolta il cervello. Per questo cerca di controllare la tua gestualità e mantenere un corretto atteggiamento. Come presentarsi, allora, a un colloquio di lavoro?
“Prego, si accomodi”: il primo esame è questo.
- Non tenere le mani in tasca, è maleducazione e denota nervosismo.
- Non masticare chewingum: per contenere l’agitazione ci sono altre tecniche. Per l’alito, anche.
- Non incrociare le braccia dietro la testa: non sei in spiaggia, né al bar con gli amici.
- Non rosicchiare le unghie e non utilizzarle come stuzzicadenti.
- Se devi starnutire, fallo voltandoti di fianco o dietro di te e ricorda di utilizzare un fazzoletto, non la manica della camicia.
- Non avvicinarti troppo all’interlocutore quando parli: gli eviterai docce impulsive.
- Mettersi in continuazione le mani nei capelli è un gesto irritante e dimostra la tua insicurezza.
- Alzare un sopracciglio mentre parli può essere interpretato come un atteggiamento di sufficienza.
- Siediti in modo composto, non inchiodare i talloni al pavimento e tieni la schiena dritta, salvo grave scogliosi. Le braccia lasciate cadere a penzoloni sulla sedia è interpretato come mancanza di motivazione o arroganza.
- Non incrociare le braccia sul petto, perché rivela una mente chiusa.
- Non incrociare le caviglie alle gambe della sedia dove sei inchiodato: se non riesci a dominare la tua ansia, allenati con lo yoga.
- Può capitare di non riuscire a sostenere lo sguardo di chi hai di fronte: fallo scivolare sulla bocca, sul naso o sulle stanghette dei suoi occhiali.
- Spegni il cellulare.
- Non interrompere spesso l’interlocutore; anzi, fallo solo se necessario.
- Non mostrarti pessimista. Se pensi di non piacere al mondo, nascondilo almeno in quei pochi minuti di colloquio.
- Attenzione alle figuracce verbali: sii chiaro, parla in modo semplice ed evita un linguaggio forbito, se non sei certo di poterlo utilizzare correttamente.
- Non barare sulle tue esperienze, tutto è verificabile.
- Non avere fretta di conoscere il compenso, ma evidenzia la tua professionalità.
- Quando il colloquio è terminato, non chiedere mai “com’è andata?”.
Abbigliamento vietato.
- Sono vietati gli accessori troppo vistosi o le firme appariscenti.
- Non scegliere abiti stravaganti, un profumo eccessivo, colori carnevaleschi e altri dettagli che potrebbero rovinare l’atmosfera.
- No a calze scucite, orli rovinati, abiti macchiati, scarpe sporche o rotte.
- Rinuncia ai pantaloni corti (questo riguarda gli uomini, le donne dovrebbero fare attenzione alle misure). Se per te sono essenziali, il buon gusto deve contenere l’eccentricità.
- Le camicie a maniche corte, soprattutto se abbinate a giacca e cravatta, non sono originali, ma spaventose come i sandali con le calze.
- Scollature, minigonne o spacchi esagerati teneteli per la discoteca, oppure chiusi a chiave nell’armadio.
- Al bando la sciatteria, che non ha nulla a che fare con semplicità o stile.
- La tuta da ginnastica va indossata in palestra o per altre occasioni; non è adatta a un colloquio.
Tranelli da colloquio.
Il selezionatore potrebbe provocarti con domande all’apparenza assurde, o imprevedibili come “cosa faresti con 60 milioni di euro?”, “come ti vedi al lavoro in futuro?”, “cosa vuoi fare da grande?”, “sai cosa facciamo qui?”.
Sono quesiti banali, ma spiazzanti: e allora il battito cardiaco accelera, le gocce di sudore scendono sulla fronte e inizia a mancarti l’ossigeno al cervello.
In queste situazioni la salvezza è data dall’esperienza, dalla tua capacità di rispondere in velocità e seguendo la ragione. Può apparire tutto come una missione impossibile (fidati, ci sono passata), ma è inutile farsi prendere dal panico: se non hai risposte immediate, pensaci qualche istante (significa che il cervello funziona e sai utilizzarlo) e non volere a tutti i costi rispondere in modo originale, perché potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Curiosità: come smascherare una bugia.
Bella de Paulo, psicologa dell’Università di Santa Barbara in California, ci fornisce un elenco di 5 comportamenti involontari che rivelano quando stiamo mentendo. Queste informazioni possono esserci utili per analizzare chi ci sta di fronte, ma anche a noi quando proviamo una presentazione davanti allo specchio.
- Se la persona parla con un tono di voce più alto del solito, potrebbe essere in agguato una bugia.
- Se le pupille sono dilatate, nella maggior parte dei casi significa che l’interlocutore sta mentendo.
- Risposte rapide e secche sono sinonimo di una volontà di ingannarti il più in fretta possibile.
- Un corpo rigido e uno sguardo sfuggente ammettono una bugia.
- Non ci si deve fidare di qualcuno che ripete parole o frasi in modo automatico.
Raccontaci nei commenti le tue esperienze e rivelaci le tue tecniche di successo per presentarsi a un colloquio di lavoro!