5 errori SEO poco diagnosticati

Tempo stimato di lettura: 4 minuti, 6 secondi
Pubblicato il 18 Aprile 2012

Ti dico la verità: di liste piene di errori SEO da evitare ne ho viste parecchie. Anche Google, poco meno di un mese fa, ha detto la sua con un video molto operativo e con best practice rilevanti.

Lascia che ti proponga la mia lista di errori SEO più di concetto che di modus operandi.

D’altronde la SEO è una scienza e come tale inesatta: è una cosa meravigliosa. Ok, per la medicina sarebbe meglio di no. Pensa di nuovo alla SEO. Questo vuol dire che non esiste nemmeno un approccio univoco, insomma più varietà alle tue scelte.

IMHO queste scelte dovrebbero avere un criterio più propositivo. Sai che c’è? Non la tiro tanto per le lunghe, bando ai paroloni latini
e andiamo al sodo.

Errore SEO n.1: Non fare un’analisi personalizzata

Ormai abbiamo impostato una modalità d’approccio standard: analisi del sito e delle keywords usate, bla bla bla, iniezione di Link Building, bla bla bla, le pillole blu del Social per rizzare un altro po’, bla bla bla.

No, maledizione. Forse l’impostazione così schematica deriva da una formazione molto scientifica di tanti SEO eppure è stato proprio un professionista dal background tecnico a ricordarmi, a me che sono umanistica di pedigree, il potere del pensiero laterale.

Ok i tools, ok la stella polare delle keywords, ma ogni sito è un caso a sé e necessita di un’analisi personalizzata.

Pensa la soddisfazione di urlare “ha la piorrea!” (cit.) quando tutti dicevano che era febbre. E poi allontanarsi facendo finta di zoppicare e ingoiando Tic Tac.

Errore n.2: Il paziente è la SEO

In medicina c’è un vecchio dibattito fra chi vuole curare la malattia e chi il paziente. Non entro in merito, il mio titolo di dottore si limita alle Scienze Politiche (del Risiko, aggiungo) ma almeno è ben chiaro il concetto di paziente.

I SEO dovrebbero curare la scarsa ottimizzazione (la malattia) dei siti del cliente (il paziente, fa pure rima). Questi è soddisfatto quando viene raggiunto l’obiettivo.

Così come i medici si trovano pazienti che chiedono spiegazioni perché leggono della loro malattia su Wikipedia; anche i clienti iniziano a chiedere dei risultati e non del mero posizionamento.

Errore n.3: La SEO è l’unica cura

Hai presente i film ambientati a fine ‘900 con improbabili medici-alchimisti che curano tutto con le sanguisughe? Nella SEO c’è sempre il rischio di finire come questi intruglioni.

Differenziare le fonti di traffico IMHO è fondamentale, se non altro per due motivi:

1. Non si dipende da un solo attore, il motore di ricerca;
2. In ottica di segnali sociali è importante saper sfruttare i SN.

Mi potrai dire “ma non è SEO!” Vero. Non rispetta i canoni dell’acronimo. Search Engine Optimization.

Sai che c’è? Io sto con Rand Fishkin di SEOmoz, e mi piace la definizione più inclusiva di Inbound Marketing. Ma, al diavolo, vogliamo metterci a discutere se è giusto definire gli Iron Maiden solo Heavy Metal quando sono NWOBHM?

Errore SEO n.4: Dimenticarsi la sitemap

Questo è l’unico errore SEO, IMHO, realmente operativo.

Ok, la sitemap aiuta l’indicizzazione e non il posizionamento che sono due cose diverse, ma attualmente credo sia l’unico strumento veramente valido e rapido per attenzionare le nuove pagine e le modifiche allo spider.

Hai mai visto un medico senza una cartella clinica? Questa è sempre presente sul porta-documenti ai piedi del letto del paziente. Senza, come si orienterebbe?

(E dove farebbe i suoi disegnini JD di Scrubs, aggiungo).

Errore SEO n.5: Non partecipare ai convegni fra i professionisti

Ho parenti medici in famiglia, la pecora nera sono io che non sono buono nemmeno all’Allegro Chirurgo e quindi “lavoro con il computer”.

Ad ogni modo, non li ho mai visti saltare un convegno: al di là dei gadget degli sponsor farmaceutici, è sempre importante tenersi aggiornati anzi fondamentale.

Se non credete a me, torniamo a Scrubs: in una puntata, quel vecchio satanasso del dott.Kelso si rivolge a un suo collega di lunga data che non è affatto al passo con i tempi (insomma come gli intruglioni dell’errore SEO n.3).

Nonostante la sua età e posizione di primario, Kelso non esita a passare alcuni dei suoi weekend ai corsi di aggiornamento quando potrebbe stare tranquillamente a casa a radere l’erba del prato.

Per la SEO è lo stesso, solo con novità più accelerate.

Personalmente mi sono stanziato un piccolo fondo-formazione per tenermi sempre sul pezzo, anche se io stesso sono il coordinatore del corso SEO Training (dlin-dlon il 27 Aprile a Roma, dlin-dlon).

Un evento SEO è poi un ottimo modo di conoscere offline altri professionisti del settore, magari stringere collaborazioni, insomma “bisogna fasse notà” (cit. tizia in prima fila al primissimo giorno della fu università).

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Quindi, tu cosa ne pensi? Hai altri errori SEO da segnalare?

Commenta e diffondi, grazie 🙂

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