Quante volte ti sei avventurato nei meandri di Google Analytics per controllare il traffico del tuo sito web?
Per una persona che non si occupa specificatamente di analisi di dati, di SEO e dintorni, termini come Sessione, Frequenza di rimbalzo, Visitatore, ecc possono risultare un po’ nebulosi, e per quanto la piattaforma di Google Analytics sia ben strutturata e rinnovata, come si legge in un altro articolo scritto qui nel blog, non sempre è facile comprenderla e sfruttarla al massimo.
Scopriamo insieme quali sono alcune terminologie utili a chi si avvicina a questa piattaforma, giusto per dare un’infarinatura ed un senso a quei riquadri pieni di grafici e numeretti…. 🙂
I termini sotto indicati sono riferiti alla sezione “Panoramica del Pubblico”, visibile appena si accede alle statistiche del sito. Terremo d’occhio questo articolo perché Google modifica di tanto in tanto gli algoritmi e quindi… tutto cambia, o quasi! 🙂
Sessioni
Fino ad aprile 2014 erano denominate “Visite”. Questo è un concetto importante da comprendere perché molti risultati e dati dipendono da come Google Analytics (d’ora in poi G.A.) li calcola. La sessione è costituita da un insieme di interazioni (ad es. click sui link, eventi, operazioni di e-commerce, ecc) che avvengono sul sito web, e dura 30 minuti, di default; ogni azione è associata alla sessione.
Immaginate che la sessione sia una scatola e le azioni che l’utente compie sul sito web siano gli oggetti in essa contenuti.
Nell’arco di 24 ore il visitatore viene conteggiato una volta soltanto, mentre le visite vengono conteggiate ogni 30′ di inattività.
Quando è che termina una sessione?
Una sessione termina al verificarsi delle seguenti condizioni:
- dopo 30 minuti di inattività da parte dell’utente
- alla mezzanotte
- quando cambia la fonte di traffico
Ci sono altre situazioni che si verificano durante una sessione, a seconda dei comportamenti degli utenti, dal modo in cui navigano un sito web, come ad esempio interruzioni, chiusure della finestra del sito o della pagina, e così via.
Elencarle potrebbe diventa tedioso, l’importante è capire in senso generale come funziona una sessione e tenere in considerazione questi fattori per interpretare al meglio le nostre statistiche, aiutandoci così ad ottimizzare il nostro sito e renderlo anche più “appetibile” ai visitatori.
Utenti
Fino ad aprile 2014 era “Visitatori Unici”. Questa voce è abbastanza chiara da comprendere e significa il numero degli utenti (nuovi e quelli di ritorno) che hanno avviato una sessione nel nostro sito. E’ mostrato anche sotto forma di grafico a torta sulla destra del pannello di controllo. Ricordarsi che:
E’ nuovo visitatore l’utente alla prima visita della pagina. Se il visitatore svuota la cache (eliminando i cookies) e ritorna al sito, verrà considerato nuovo visitatore.
E’ visitatore di ritorno l’utente che ritorna al sito dopo aver già effettuato altre visite precedenti.
Queste informazioni sono generali, per avere dettagli e numeri più precisi occorre confrontarle ed integrarle con altri dati ricavati nella piattaforma.
Visualizzazioni di pagina
Questo valore indica il numero totale di pagine visualizzate. Le pagine debbono contenere il codice di monitoraggio per far sì che venga registrata la visualizzazione, che avviene ogni volta che una pagina è vista dall’utente. Il tracciamento avviene nel momento in cui viene eseguito il codice di monitoraggio.
1 pagina vista dall’utente = 1 visualizzazione
Se il nostro utente entra sul sito alla pagina “chi siamo”, poi va su quella “contatti” avremo 2 visualizzazioni. Se ritorna sulla pagina “chi siamo” ne avremo 3.
NB: La visualizzazione viene registrata sia che l’utente aggiorni la pagina, sia che torni indietro col pulsante o che apra una pagina nel browser.
Pagine/sessione
La media di pagine visualizzate durante una sessione dagli utenti.
La durata media della sessione
E’ il rapporto tra durata totale di tutte le sessioni espresse in secondi ed il numero delle sessioni. E’ interessante sapere che ogni sessione individuale è calcolata in base al fattore cosiddetto “engagement hit”:
Per engagement hit si intende una richiesta inviata al sistema di raccolta dati di G. A., ed include gli eventi, variabili, visite di pagina ecc.
Se questo engagement hit è assente la durata si calcola facendo la differenza tra l’ora del primo hit nella prima pagina e l’ora del primo hit sull’ultima pagina.
Frequenza di rimbalzo (bounce rate)
Il rimbalzo avviene quando qualcuno arriva su una pagina del sito e sempre dalla stessa pagina lo abbandona, quindi senza necessariamente visitare il resto delle pagine. Grazie a questo dato possiamo analizzare anche la qualità delle visite degli utenti. La frequenza di rimbalzo è un valore espresso in percentuale ed è riferito alle visite di una sola pagina, dato molto importante perché ci aiuta a capire se gli utenti che sono arrivati al nostro sito hanno trovato ciò che cercavano, oppure no, quindi apportare migliorie, applicare strategie, pubblicità, ecc.
Meglio una frequenza di rimbalzo alta o bassa?
Sicuramente meglio bassa. I motivi di una frequenza di rimbalzo elevata sono molteplici, ed occorre comunque tener presenti alcuni fattori:
- se il sito è monopagina (logicamente non vengono registrate altre visite all’infuori dell’unica pagina 🙂 )
- errata implementazione del sito (ad es. ci siamo dimenticati di inserire il codice di monitoraggio in tutte le pagine)
- architettura e tipologia del sito (usabilità, funzionalità, oltre al fatto di un codice poco ottimizzato, mancanza di parole chiave, ecc.)
- abitudini dell’utente (ad es. se l’utente memorizza la pagina tra i preferiti del suo browser, la apre e poi esce, questa sequenza di operazioni viene considerata un rimbalzo)
In un sito e-commerce, ad esempio, una frequenza di rimbalzo piuttosto alta (supponiamo il 60% – 70%), potrebbe significare che l’utente è arrivato sulla pagina X, non ha compiuto nessuna azione, quindi non ha consultato altri prodotti nelle altre pagine, o addirittura non ha nemmeno tentato l’acquisto (premendo il pulsante apposito ad es.). A seconda del prodotto o servizio presenti nel sito web questo dato può variare molto, in più anche l’estetica e la funzionalità giocano un ruolo non da poco.
Per contro, lo stesso indice per un blog potrebbe essere considerato positivo poiché gli utenti visitano il sito per leggere un articolo di cui han sentito parlare e poi uscire nuovamente dopo averne letto il contenuto.
Per abbassare il bounce rate si possono attuare varie strategie sul sito, come ad esempio creare contenuti rilevanti in grado di coinvolgere l’utente, grafiche accattivanti, landing page, ecc. che indirizzano l’utente verso il sito o verso una determinata azione e molto altro.
Nuove sessioni
Indica in percentuale una stima degli utenti che visitano il sito per la prima volta.
Conclusioni
L’argomento è assai complesso e molte cose cambiano in base agli algoritmi che periodicamente Google rilascia, mi auguro di aver fatto un po’ più di chiarezza premesso che i dati sono soggetti ad interpretazione e per vari motivi non sono quasi mai precisi al 100%.
E tu utilizzi Google Analytics per monitorare il sito web oppure altri strumenti di analisi?