In documenti, siti web, cataloghi, ecc. un’azienda potrebbe risparmiare parole ed essere più comprensibile: basta semplificare il linguaggio. Non ci credi? Un esempio tratto dal libro Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada te lo conferma.
Da:
L’articolo in catalogo può essere visualizzato nella sezione gallery del nostro sito, dove è disponibile una prospettiva a 360° e il link per l’acquisto on line.
A:
Le piace questo articolo? Allora vada sul nostro sito, sezione gallery: potrà guardarlo da tutti i lati, senza perdere nemmeno un dettaglio.
Se non sei ancora convinto (o anche se lo sei) continua a leggere per viaggiare nell’efficiente mondo della semplificazione.
Apparire o farsi capire?
In Buongiorno pigrizia Corinne Maier descrive il linguaggio aziendale e burocratico.
- L’impresa preferisce i termini complicati a quelli semplici: perché usare “inizializzare” al posto di “cominciare”?
- Utilizza un lessico selezionato per darsi più importanza. Pertinenza, competenza, efficienza, ottimizzare, dirigere, ecc. sono parole pesanti, che annoiano e non privilegiano.
- Valorizza di più un linguaggio ricco, anzi lussuoso, che una grammatica corretta. Un vestito elegante non rende una persona più intelligente. E risolvere è più comprensibile di soluzionare.
- Per farsi obbedire sceglie termini tecnici ammassati in una frase a metà tra uno slogan e un’imposizione (“occorre sforzarsi di imprimere nuove metodologie operative per la deadline del 15”).
- Vuole seguire un codice, utilizzato da altre imprese e per questo considerato valido. Ne siamo sicuri? Perché non crearne uno diverso, semplice e migliore?
Osare per credere.
Evoluzione dell’aziendalese
Quando il linguaggio aziendale (d)evolve e sostituisce termini italiani con inglesismi inutili, espressioni complicate e addobbi superflui, nasce l’aziendalese.
L’ho cercato nel vocabolario della Treccani, che riassume il significato in “termine con cui viene indicato il linguaggio tipico di chi lavora nei vari comparti aziendali o nel settore nel suo complesso”. Poi ho cercato la parola nel dizionario del Corriere della Sera e ammetto che leggere il risultato è stato divertente. Definito dal portale come il linguaggio dei meeting, l’aziendalese è famoso per accogliere tra le sue parole i termini di derivazione inglese, alcuni utili, altri molto meno.
Marketing, ad esempio, è un concetto inglese, intraducibile con un termine italiano e per questo ammesso nel vocabolario, ma siamo sicuri che advertising sia preferibile a pubblicità? No, è inutile. Altri esempi sono convention e location: soprattutto se il pubblico è italiano, meglio scegliere congresso e luogo. In molti preferiscono team leader o group head a capogruppo, feedback a risposta o riscontro, mission a obiettivo e vision a punto di vista. Riusciranno i nostri manager a farla più easy?
Curiosità dall’aziendalese
Maurizio Crippa ha raccolto le espressioni dell’aziendalese, che ha ascoltato in discorsi e letto in documenti durante la sua esperienza lavorativa come responsabile di un’associazione di industriali. La lista è lunga, ne cito una parte.
- Consulenza a tutto campo
- tra virgolette
- mettere sotto controllo i dati della gestione
- modelli di implementazione
- lo snodo della formazione continua
- le sinergie sono finalizzate a
- approcciare serenamente i problemi che emergono.
- le problematiche coinvolte
- il sistema paese
- le determinazioni che abbiamo assunto
- la responsabilità attiene al livello apicale
- il progetto va ovviamente gerarchizzato
- strumenti da azionare
Per allontanare la pesantezza di questo linguaggio, una folata di semplicità è quello che ci vuole.
Come e perché semplificare
Nel suo libro Il mestiere di scrivere Luisa Carrada ci regala indicazioni e ottimi consigli su come semplificare il linguaggio amministrativo e dei settori di mercato.
- Fai attenzione alla lunghezza delle parole e delle frasi. Per verificare la leggibilità di un testo prova l’indice Gulpease e la sua formula (il valore 100 indica la leggibilità più alta, lo 0 quella più bassa): 89 + [300 x (numero delle frasi) – 10 x (numero delle lettere)] / (numero delle parole)
- Ricorda che le preposizioni semplici sono anche più semplici da capire. Ecco qualche esempio:
a partire da -> da
attraverso -> con
con l’ausilio di -> con
in seguito a -> dopo
finalizzato a -> per
con l’eccezione di -> tranne. - Utilizza termini semplici, espressioni di uso quotidiano, perché le parole concrete, che nascono dall’esperienza, attirano l’attenzione del lettore e dei motori di ricerca.
- Sguinzaglia i verbi, soprattutto all’infinito, perché danno chiarezza e dinamismo (ricorda la semplicità: meglio decidere di prendere una decisione).
- Scrivi in maniera diretta al destinatario, senza mediazioni o giri di parole, e utilizza la forma attiva (più chiara e incisiva).
- Unisci soggetto, verbo e complemento oggetto.
- Quando lo ritieni opportuno, sostituisci o aggiungi all’aggettivo informazioni concrete (ad esempio: risposte tempestive può essere sostituito con risponderà entro 24 ore).
- Gli avverbi devono essere necessari per esprimere un concetto, non riempitivi.
Luisa Carrada ci invita anche a togliere parole ed espressioni superflue, come i benvenuti, le autocelebrazioni (oltre a dare più soddisfazione, è più efficace quando sono gli altri a parlare bene di noi), i tentennamenti (meglio assicurare che essere in grado), le velleità (“quando ‘vogliamo’ essere, vuol dire che non lo siamo ancora”) e l’autoreferenzialità.
Nel libro Capire e farsi capire M. Emanuela Piemontese consiglia di “cercare la soluzione più semplice per esprimersi, pensando al modo in cui ci si esprimerebbe parlando”.
Burocratese: l’infiltrato da sorvegliare
Il linguaggio burocratico tende agguati anche in azienda. Come riconoscerlo? Aurora Lucarelli nel suo Semplificare il linguaggio burocratico ci dà qualche dritta.
- Il burocratese attinge parole da “un vocabolario ormai inesistente di forme classiche, solenni, retoriche”.
- Utilizza termini specialistici dal gergo della pubblica amministrazione.
- Costruisce frasi troppo lunghe, con incisi e subordinate.
- Spesso scrive spiegazioni incomplete e concetti ambigui (ad es. “appartiene alle due qualifiche immediatamente inferiori a quella del posto messo a selezione”).
L’autrice dà alcuni suggerimenti per essere più chiari nei testi.
- Non dare nulla per scontato.
- Elimina i dettagli che riguardano solo la gestione interna dei lavori (per non disorientare il lettore).
- Utilizza più frasi coordinate che subordinate.
- Metti a fuoco il tema centrale dell’informazione (sarà anche il concetto da inserire all’inizio del testo per presentare l’argomento e quello da inserire nel campo oggetto delle mail).
- Se un periodo è complesso, spezzalo in più frasi.
- Considera sempre contesto, target, mezzo di informazione e crea uno stile che risponda a questi criteri.
- Confronta il testo con i colleghi, annota le espressioni meno chiare e riscrivile quando correggerai il documento (trovi qui alcuni consigli sul web editing).
Leggiamo qualche esempio.
- In deroga a quanto precedentemente stabilito -> fa eccezione
- Ai sensi di -> come stabilisce
- Accedere -> entrare
- Altresì -> anche
- Apportare -> aggiungere
- Computare -> calcolare
- Congiuntamente -> insieme a
- Corresponsione -> pagamento
- Dar corso -> avviare
- Detenere -> avere
- Devolvere -> dare, assegnare
- Espletare -> fare, realizzare, concludere
- Preliminarmente -> prima
- Processo selettivo -> concorso.
Se vuoi conoscere altre espressioni, l’elenco continua nel documento scaricabile della Lucarelli.
Alcuni suggerimenti arrivano anche da Roberta Copersino e Emiliano Germani nel loro Manualetto di stile per la Regione Abruzzo.
- Scegli parole del linguaggio comune: ad esempio interloquire è parlare, ottemperare è rispettare, apporre è mettere, disdettare è disdire.
- Non usare giri di parole: ad esempio mancato accoglimento è rifiuto, dare comunicazione è comunicare.
- Utilizza un linguaggio giuridico solo se necessario, perché oblazione è pagamento, ingiunzione è ordine.
- Traduci parole straniere (quando possibile), latinismi e grecismi: ad esempio planning è piano, de iure è di diritto, de facto è di fatto.
- Evita le frasi fatte e le formule solenni: la Signoria Vostra è Lei, istanza corredata è domanda completa, ci pregiamo di informare la S.V. è la informiamo.
- Fai attenzione a sigle e abbreviazioni: se le usi per la prima volta, spiega il significato.
Il potere delle semplicità
Nel suo “The Power of Simple Writing” Jeff Bullas spiega come nell’era del web, dei social e della comunicazione veloce, scrivere in modo semplice significa essere più comprensibili. La chiave del successo è farsi capire in tempi rapidi.
Ciò non significa sacrificare la professionalità, perché un linguaggio semplice non vale meno di tecnicismi e raffinatezze terminologiche inutili.
Un suggerimento dell’autore? Scrivi come parli, senza dimenticare che grammatica e sintassi devono sempre essere corrette. Le parole da conversazione sono efficaci e facili da ricordare, sia per chi legge, sia per chi le dovrà utilizzare in riunioni e conferenze.
- Parole di 3 o 4 sillabe hanno maggiore impatto su lettori e ascoltatori.
- Se vuoi che le persone si ricordino le informazioni, raccontale attraverso una storia (esperienze o esempi).
- Utilizza meno paragrafi e più elenchi puntati: i lettori ti ringrazieranno.
- Soprattutto nel web, scegli frasi corte e non più di 3 o 4 in successione.
- Scrivi titoli semplici ed efficaci (per maggiori informazioni sui microcontenuti clicca qui).
- Fai attenzione al tuo pubblico: con professionisti del settore puoi utilizzare termini tecnici, ma se il pubblico è più vasto, ricorda almeno di spiegarli.
- Se organizzi una presentazione con slide (ad esempio in Power Point o Prezi) ricorda le immagini: aiutano la memoria, la creatività e concedono una pausa ai neuroni.
Scrivere semplice aiuta a farsi capire e a vivere meglio nel mondo del lavoro.
Se hai altri esempi di aziendalese, burocratese o aneddoti imperdibili sul linguaggio d’azienda, condividili con noi!