1. Shifting the center
La capacità di “spostare il centro” di una applicazione in base all’utente che vi accede, è anche di conseguenza la capacità di fornire dati, informazioni, documenti e grafica personalizzata quasi per ogni utente. Stanno facendo del web, e delle sue moltissime applicazioni, uno strumento sempre più utile ed evoluto. In base a questo concetto quindi si deve pensare anche la ricerca di un motore di ricerca come quello di Google che certo non rimane a guardare le evoluzioni del web ma anzi ne è protagonista, anticipandole spesso.
Di conseguenza oggi è possibile affermare che esiste un web per ogni utente, e quindi un Google per ogni utente. I risultati di ricerca, ormai non è un mistero, sono personalizzati in base alle informazioni che il motore di ricerca preleva dall’utente sulla base della stima di diversi fattori per individuarne l’esatta posizione sul globo terrestre. Ma adesso stanno arrivando segnali chiari che la Social Search influenza i risultati di ricerca e quindi non solo la posizione da dove cerchiamo viene presa in considerazione per fornirci dei risultati, o le nostre ricerche preferite, ma anche tutto il contesto sociale nel quale ci muoviamo, i nostri amici, “le nostre cerchie”.
Già adesso per alcune ricerche sono evidenti i risultati che vengono evidenziati come preferiti da amici, o consigliati, e che spesso compaiono prima degli altri. Quanto spazio questi risultati prenderanno nelle SERP non è sicuro, ma quello che è certo è che Google ha già questi dati, li sta già usando e inizia anche a proporli nella ricerca, forse anche per saggiare le preferenze degli utenti ed il loro comportamento.
2. Google+
Per questo, al secondo punto abbiamo messo l’ormai famoso Social Network di Google. Il fatto che questo Social ci sia, che abbia di fatto iniziato massivamente ad influenzare le ricerche. Ad esempio, la creazione di una pagina Business su Google+ permette ad un sito di avere nella finestra di destra dei risultati di ricerca nota anche come l’area del Knowledge Graph di Google, di stampare a video ulteriori informazioni su un Brand, un sito, un’attività locale ecc. Queste informazioni vengono prese proprio dal profilo della pagina Business di Goolge+ se avete avuto l’accortezza di linkare la pagina al sito ovviamente.
Per Google, quindi, avere accesso alle informazioni delle vostre cerchie è utile quanto ottenere con precisione la vostra latitudine e la vostra longitudine, per offrirvi ricerche sempre più pertinenti con quello che vi interessa, vi appassiona e vi piace. Il fatto che Goolge abbia deciso di aprire un suo social, oltre che per fare concorrenza al noto FB ha anche lo scopo di avere accesso privilegiato a tutta una serie di informazioni e preferenze che dalla sola ricerca non riusciva ad evincere, proprio perché gli mancava una parte importante della sfera di ogni individuo, il suo ambiente sociale.
3. Google Place
Anche Google Place, nell’ottica di evoluzione cui stiamo assistendo, ha iniziato ad integrarsi con le pagine di Google+. Per il momento solo le pagine che vengono indicate come destinate ad un’attività locale possono essere collegate ad una pagina su Google Place, ma la connessione è sicuramente molto vantaggiosa, porta numerosi vantaggi, ed aumenta certamente la visibilità della vostra struttura locale, sia essa un albergo, un ristorante o altro.
4. Google Knowledge Graph
Vi abbiamo accennato brevemente all’inizio di questo articolo, il Google Knowledge Graph è forse una degli aspetti più vasti dell’evoluzione di Google degli ultimi tempi. Quali siano i limiti ed i confini di questo strumento ancora non è certo, e non è detto che lo sarà in futuro. Alcuni aspetti però sono evidenti. Come il risultato che compare a volte preso da wikipedia, e che viene messo in evidenza sulla destra in alto nella pagina dei risultati, quello di solito è lo spazio principale dove appare un’applicazione diretta e immediatamente percepibile del Google Knowledge Graph. Lo stesso pezzo di codice che viene usato per far parlare la ricerca vocale attivabile con Google Chrome, che risponde vocalmente ad una ricerca vocale, se il pezzo di informazione del Google Knowledge Graph viene trovato per i risultati corrispondenti alla ricerca effettuata.
5. Google Penguin 2.0
Google Penguin è probabilmente uno degli update più temuti e meno compresi della storia. In generale, ci sono state molte penalizzazioni e troppe persone che sono corse a dire la loro, e ad esprimere un parere. Quindi è meglio fare un po’ di chiarezza. Google Penguin 2.0 il nuovo aggiornamento di Penguin è online ufficialmente dal 22 maggio 2013, in Italia sembra non aver avuto effetti noti o consistenti. Molti lo aspettavano come un “cataclisma” o comunque un evento straordinario, sopratutto dopo lo scompiglio creato dal primo Penguin.
Ma cerchiamo di capire cosa è stato Penguin e cosa ha fatto. Come tutti gli update di Google, il Penguin Update è stato un aggiornamento creato per eliminare spam, ed in particolare contrastare la sovra ottimizzazione e l’utilizzo di tecniche di link building troppo spinte e magari prive di progetti editoriali, e di contenuti di qualità.
Il suo raggio di azione si è concentrato principalmente sull’anchor text andando a penalizzare tutti quei siti che riportavano una link building chiaramente innaturale e che avevano tutti o quasi link che riportavano in anchor text la parola chiave secca.
Un aspetto interessante è che questo comportamento ha danneggiato anche molti siti a chiave secca, i cui domini erano stati registrati con una chiave precisa su cui si volevano posizionare. Questo per via del fatto che molto spesso questi domini venivano linkati quasi esclusivamente con la parola chiave stessa. E da questo si è generata anche la “diceria” tra chi si occupa di SEO che il Penguin avesse penalizzato questo tipo di domini. E decisamente non è vero. Sono i link con troppe corrispondenze esatte della chiave che sono stati penalizzati. E, a mio avviso, non solo le troppe corrispondenze, ma in base al domino ed alla sua storia di link popularity a volte può bastare uno o due link con la chiave esatta per vedere subito delle fluttuazioni negative nelle SERP.
In conclusione quindi la soluzione che molti adoperano ora è quella di linkare solo al nome del dominio, al nome del Brand, che non è stato penalizzato, sempre che Google lo intenda come Brand, o a parole chiave generiche tipo clicca qui, ecc.
6. Tecniche da evitare
In molti, dopo Penguin, hanno iniziato a pensare, e qualcuno anche a scrivere, che i link non servono più, che fare link building, è negativo e che non aiuta il posizionamento. Questo non è vero.
Sicuramente se fate article marketing per ottenere link e copiate ed incollate il vostro articolo identico in centinaia di siti web non solo sprecate tempo, ma otterrete anche una penalizzazione, questo però era vero anche prima di Penguin. La penalizzazione forse poteva essere meno evidente, ma il tempo era sicuramente perso.
Le tecniche da evitare sono quindi sopratutto relative all’anchor: evitare di usare l’anchor con cui ci si vuole posizionare nei link è fondamentale. Ed è bene per contro, inserire i link su siti a tema, su pagine che trattino l’argomento e che abbiano anche la specifica parola chiave con cui ci si vuole posizionare, ma non nel link.
7. Google Author Rank
Il Google Autohr Rank per quanto sia notevolmente documentato su internet, attualmente non risulta in alcun modo avere impatto sulle SERP, quindi non c’è nessun dato certo che influenzi la posizione di un sito nei risultati di ricerca ne che un sito, o un articolo che sia stato riconosciuto ed abbinato ad un autore abbia più rilievo nelle SERP solo per questo.
Sicuramente la foto nei risultati di ricerca attira notevolmente l’attenzione e fornisce anche una percezione di fiducia in più. Ma questo è un’altro discorso.
Tutta via il Google Autohr Rank ha già degli strumenti ufficiali, ed è chiaro che Google ha già tutti questi dati e che in qualche modo li sta usando. Quello che è sicuro è che almeno in Google+ il livello di influenza che ho nelle mie cerchie dipende anche dal valore delle mie interazioni.
8. Google App Engine
Con Google App Engine passiamo ad una serie di argomenti che esulano un minimo dal concetto del solo SEO e che vanno a finire nella programmazione e nello sviluppo di applicazioni. Google App Engine è l’ambiente di sviluppo di Google, che permette di usare la tecnologia di Google il suo Database NoSql i suoi server Cloud completamente gratuitamente, almeno per una prima fase di sviluppo, è chiaro che un applicazione in produzione con centinai, migliaia di utenti avrà dei costi.
Perché parlarne? Perché se vogliamo considerare il futuro di Google, anche solo da un punto di vista SEO, oggi ha senso farlo mettendo l’utente al centro dell’analisi, e questo tool di sviluppo permette la creazione non solo di siti ma anche di applicazioni interamente web based, che possono collegarsi completamente con tutti l’universo Google nel modo più semplice ed immediato possibile. Vi basta come ragione?
9. Google & Uber
Ci avviciniamo alla conclusione con un delle ultime acquisizioni di Google: Uber e la promessa delle auto senza pilota, che inevitabilmente connesso all’ultimo punto, i Google Glass, ed al precedente, Google App Engine, fornisce una base su cui far gravitare moltissime idee per il futuro.
10. Google Glass
I Google Glass, anche se ancora non sono effettivamente stati commercializzati, non hanno bisogno di presentazioni. Iniziare già da adesso a pensare ad applicazioni per gli occhiali, per la ricerca, per i nostri siti web e per le nostre applicazioni ci servirà per non trovarci impreparati quando il futuro prossimo diventerà passato.