Elena Veronesi è una professionista della comunicazione visiva. In poche parole aiuta le aziende, ma non solo, ad esprimersi attraverso le immagini. Chi lavora on line si sarà di certo imbattuto nei suoi preziosi post: web design persuasivo, usability, colore, impaginazione e chi più ne ha, più ne metta.
Tutto per un unico fine: esprimere chi siamo e cosa vogliamo.
Trovare la voce giusta, però, non è un problema solo aziendale.
Se abbiamo urgenza di farci conoscere, di presentare un prodotto, o semplicemente di farci leggere, dobbiamo ragionare in termini di persuasione. Dovremo, cioè, convincere l’utente a restare sulla nostra pagina e far sì che la trovi professionale e congeniale allo scopo prefissato. Tutto in un morso di tempo.
Gli studi di usability hanno dimostrato che bastano pochi secondi per farsi un’idea di ciò che si sta guardando. Capirete, allora, che il web design non può essere lasciato all’improvvisazione.
La credibilità di un professionista si regge, infatti, sulla coerenza e sull’armonia del sito di riferimento. La materia è vasta e complessa, ma qualche curiosità possiamo soddisfarla anche subito.
Elena Veronesi e il web design persuasivo: quali colori non dovrebbero mai mancare in un sito dedicato alla lettura di articoli specialistici sul web?
Quando si tratta di colori non esistono tonalità più o meno giuste per certi argomenti. Dipende dal target, dalle sue aspettative e dal messaggio che desideriamo inviare. Ad esempio, quando si parla di ambito medico, i colori che le persone ricordano più facilmente sono il bianco dei camici, il verde acqua dei teli, l’azzurro delle divise degli infermieri. Utilizzare questa palette nel sito di una struttura ospedaliera è una scelta molto efficace. Se però l’oggetto del sito è un particolare dipartimento dedicato, ad esempio, alla cura dei bambini, ecco che la tavolozza più adatta cambia: per un target giovane meglio puntare su colori caldi (rosso, giallo e arancione) che suggeriscano allegria e benessere, ovvero il messaggio che desideriamo comunicare ai nostri piccoli pazienti. Infine non bisogna dimenticare che nelle decisioni di web design entrano in gioco anche altre componenti, come l’usabilità, il branding, il contesto e non ultima la filosofia aziendale.
Afferma di continuo che un’immagine vale più di mille parole. E se le parole sono necessarie, com’è meglio organizzarle?
Il lavoro del copywriter è un lavoro difficile. È necessario armonizzare forma e contenuti per ottenere delle comunicazione interessanti, utili e persuasive. Riassumere in poche righe decenni e decenni di strategie comunicative è un’impresa troppo ardua. Ciò che posso consigliare è di scegliere con cura gli argomenti che si desidera comunicare e di ordinarli per importanza in base alle esigenze del target. Immedesimarsi nel potenziale cliente, chiedersi che cosa desidera conoscere prima di fare l’acquisto è il primo passo per scrivere dei testi efficaci.
I web designers e i web writers free lance sono anche i primi venditori di se stessi. Gli uni giocano con le immagini, gli altri con le parole. Come si riconoscono i professionisti, secondo lei?
Dal grado di cultura che esprimono nei loro lavori. La comunicazione è prima di tutto studio, approfondimento, curiosità per tutto ciò che ci circonda. Professionisti che spacciano come nuove idee già viste e riviste, oppure si vantano di aver scoperto strategie che sono già state descritte decenni orsono, denotano non solo una scarsa preparazione ma anche una disdicevole mancanza di passione per il proprio lavoro.
Allora, cari colleghi, continuiamo ad essere curiosi e avidi di dettagli. La scrittura e l’immagine passano prima di tutto da una ricerca perenne.