Perché il Social Media Marketing richiede una buona call-to-action (in gergo CTA)?
Per massimizzare la risposta degli utenti sui social è necessario (tra le tante cose) includere nella propria strategia di social media marketing la creazione e l’ottimizzazione di una call-to-action. La maggior parte dei navigatori possono essere definiti utenti passivi, difficilmente faranno un’azione se non invitati a compierla. Prima di tutto chiariamo il significato di call-to-action: non è altro che una vera e propria “chiamata all’azione” e indica l’esortazione, di solito espressa in maniera diretta, chiara e concisa, a compiere un’azione facile da eseguire come cliccare su un link, visitare un determinato sito, iscriversi a una newsletter, usufruire di un buono sconto ecc…
Ecco 4 semplici e utili consigli che ti aiuteranno a creare una call-to-action efficace ad attuare il processo di conversione e passare quindi alla fase della vendita o dell’azione che tu vuoi che l’utente compia:
- inizia la frase con un verbo
- usa gli avverbi temporali
- usa i numeri
- usa al massimo 150 caratteri (ricorda: deve essere breve, chiara, diretta e facile da ricordare)
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In generale e anche nell’ambito del social media marketing, la call-to-action svolge un ruolo fondamentale, serve ad analizzare la tua strategia di marketing, a capire se sta funzionando e se stai riuscendo nello scopo di fidelizzare i tuoi utenti/potenziali clienti.
Credo di averlo già detto almeno due volte, ma lo ripeto ancora, ancora e ancora. E’ molto importante la chiarezza nella stesura di una call-to-action, se ciò che chiedi risulta troppo complicato da fare o non si capisce bene cosa vuoi perché è scritta male, hai perso un’opportunità per fidelizzare un utente. Di seguito alcune dritte da tenere presente per essere certo di aver scritto bene la tua cta:
1) Spiega all’utente nella maniera più sintetica possibile (ma giusta quindi rispettando i criteri sopra indicati) il valore aggiunto che avrà dopo aver compiuto quell’azione e dagli un buon motivo per non farsi sfuggire quell’occasione. Nell’esempio che ti ho riportato sopra, ti ho chiesto di iscriverti alla newsletter in cambio di un aggiornamento continuo sulle novità del web.
2) Fornisci all’utente un motivo per agire in quel momento. Una volta abbandonato il tuo sito o il tuo profilo social è difficile che ci ritorni a breve, ma poi perché rimandare a dopo una cosa che puoi fare ora facilmente?
3) Personalizza la tua chiamata all’azione in base all’offerta che proponi. Mi riferisco al “clicca qui”. Non essere così generico, sii più specifico.
4) Inserisci nella tua offerta una “prova sociale”, feedback di altre persone che hanno aderito.
5) Rendi sempre ben visibile la tua call-to-action. Se aspetti che sia l’utente ad andare a cercare delle offerte disponibili, aspetta e spera! (eccetto casi eccezionali in cui gli utenti sono già stati fidelizzati e abituati a seguire un certo percorso per usufruire di offerte che periodicamente vengono aggiunte).
6) Nel caso quindi dei social media e nello specifico di Facebook ad esempio, hai a disposizione l’immagine di copertina (nella quale puoi inserire però solo un certo tipo di informazioni), il “mostra in alto” funzione che ti permette di mantenere in alto alla pagina un’immagine o un aggiornamento di stato e il “metti in evidenza” che ti permetti di evidenziare un contenuto importante ingrandendo la dimensione del post in bacheca. Vorrei fare una precisazione riguardo all’immagine di copertina di fb: non farla diventare una sorta di tabellone pubblicitario pieno di offerte,super-sconti ecc… Crea una cover coordinata all’immagine del tuo brand, ricorda ad esempio la sua storia, evidenzia un prodotto di punta, usa una foto con persone che già utilizzano il tuo prodotto e così via.
7) La scelta dei colori e dell’immagine è quindi altrettanto importante. Ormai sappiamo tutti che le immagini (come i video) sono il tipo di contenuto più condiviso sui social e quindi mi sembra necessario prevederne una che sia di richiamo visivo a quella che poi è l’offerta proposta dalla call-to-action.
Vorrei chiudere l’articolo invitandoti a riflettere un attimo con me sui vari tipi di call-to-action. Non c’è ombra di dubbio che la call-to-action è parte integrante del persuasive copywriting e serve ad eliminare tutti i dubbi del potenziale cliente e spingerlo all’azione. Ma non per questo lo si può ingannare. Secondo il mio parere è giusto fare le cose sempre in una maniera corretta e onesta, quindi non è necessario far credere all’utente di trovarsi di fronte all’ennesima offerta in scadenza. Probabilmente funzionerà anche una strategia simile, ma la trovo meno etica. Tu che ne dici?